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Aggiornato: 17 maggio 2025


Lontana dai rumor, chiara e quieta, Addorme il core ed il pensier risveglia La stanza del poeta, Qui c'è l'impronta della lunga veglia, L

Ed ei la brama, e da l'immobil core Più sempre caldi ne raddoppia i preghi; S'ascolti dunque omai: piaga d'onore L'anima bella dal mortal disleghi. Ei così ferma; e l'infernal furore Lascia, ch'Aletto nel gran fatto impieghi; E l'orrido demon, quando s'accorse De la data balìa, rapido corse.

Chi togliere mi può questa possanza Ch'eccita il core delle morte cose? Se un dio si agita in me, ben alla forza Che schiaccia il mondo io mi ribello e balzo Sopra il dolor e l

Ben che duro gli fosse, era più onesto che satisfare a quella voglia obliqua, o ch'accusar la moglie al suo signore, da cui fu amata a par del proprio core. 20 E de le sue ferite ancora infermo l'arme si veste, e del castel si parte; e con animo va costante e fermo di non mai più tornare in quella parte.

O perchè errar a me così non lice con voi pe' i boschi, com'ho 'l core acceso, de l'onorate vostre fide scorte? Ch'avendo ogni pensiero al cielo inteso, vivendo viverei vita felice, e morta sperarei vincer la morte. XXVIII Allo stesso Varchi, il cui raro e immortal valore, ogni anima gentil subito invoglia, deh! perchè non poss'io, com'ho la voglia del vostro alto saver colmarmi il core?

Con tutto ’l core e con quella favella ch’è una in tutti, a Dio feci olocausto, qual conveniesi a la grazia novella. E non er’ anco del mio petto essausto l’ardor del sacrificio, ch’io conobbi esso litare stato accetto e fausto; ché con tanto lucore e tanto robbi m’apparvero splendor dentro a due raggi, ch’io dissi: «O Elïòs che li addobbi!».

Leva, Tirrenia, l'inimico velo ch'a te'l tuo bel, a me 'l mio ben nasconde. Invido avaro velo: avara mano, crudo velo; man cruda e crudo core, che tanto bene a gli occhi miei contendi.

Ma che veggio? mentr'io son presa a scherno, tacito, e dubbio, e inulto, stai tu appresso alla cagion d'ogni tuo danno? In vero, signor del mondo egli è Nerone! il volgo pur la sua donna a lui prefigge. OTTAV. Hai sola tu di Nerone il core: omai, che temi? Io prigioniera vile, io son l'ostaggio della ondeggiante fe d'audace plebe.

Da quinci innanzi il mio veder fu maggio che 'l parlar mostra, ch'a tal vista cede, e cede la memoria a tanto oltraggio. Qual e` colui che sognando vede, che dopo 'l sogno la passione impressa rimane, e l'altro a la mente non riede, cotal son io, che' quasi tutta cessa mia visione, e ancor mi distilla nel core il dolce che nacque da essa.

Di quel sospetto nulla piú fa sdegno a Ipalca, che il sentire il traditore si fosse sottomesso all'atto indegno di dar la mano a una cantante e il core. Che sia ruffian diceva io mi rassegno, ho pazienza che sia ciurmadore; ma che una cantatrice sposata abbia, santissimo Gesú, questo fa rabbia. Io mi sento agghiacciar piú che nel verno.

Parola Del Giorno

all'albino

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