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Aggiornato: 2 giugno 2025
La mia valigia a soffietto, piena zeppa gli parve un fuscello: la portava legata con corde al dorso, come un zaino. Camminava leggiero e spedito zufolando la marcia del Flick e Flock in tempo da bersagliere.
Giace Campobasso in una dolce vallea cinta di poggi e di domestiche collinette floride di vigneti, le quali stranamente contrastano colle rupi del selvaggio Appennino varcate allora allora. Al nostro ingresso nella piazza, dalla strada di Civita Nuova arrivava un centinaio di cafoni insorti, prigionieri di drappelli volanti dei volontari paesani, legati a due a due con corde ai polsi senza che la circolazione del sangue abbia messo in gran pensieri i legatori; un grosso cavo scorrente per lo lungo conservava in colonna le cinquanta coppie, e cafoni patrioti custodivano e conducevano i cafoni ribelli fra gli applausi della popolazione accorrente e accalcata, e li gettarono nelle carceri, stivate di gi
E prima che del tutto non si udisse per allungarsi, un'altra 'I' sono Oreste' passo` gridando, e anco non s'affisse. <<Oh!>>, diss'io, <<padre, che voci son queste?>>. E com'io domandai, ecco la terza dicendo: 'Amate da cui male aveste'. E 'l buon maestro: <<Questo cinghio sferza la colpa de la invidia, e pero` sono tratte d'amor le corde de la ferza.
Anch'esse le vene del collo nereggiavano, ingorgate di sangue, tese a mo' di corde sotto la pelle pavonazza, che pareva sul punto di rompersi. Fremevano le nari dilatate; le labbra, agitate da un moto convulsivo, tremavano.
Il pozzo non era molto profondo, e il Falamonica, così ad occhio, aveva misurato lo spazio che gli bisognava percorrere con quella ságola posticcia. Le due corde annodate bastavano, solo che egli si curvasse un pochino sull'orlo del pozzo, per calare il crocco fin sotto l'anello della secchia, che si dondolava beatamente sul pelo dell'acqua. Ripesco io? disse il Maso, offrendosi a quella fatica.
Corde o catene colle quali si tengon sospese le
Anne-Marie con un piccolo gesto del capo per gettare all'indietro i leggieri capelli, avvicinò all'orecchio la voluta del violino, e pizzicando piano le corde, ne ascoltò il mormorato responso. Il direttore d'orchestra ritto al suo posto con la bacchetta in mano, la guardava, pallidissimo. Anne-Marie gli fece con la testa un piccolo cenno, ed egli ribattè due colpi secchi sul leggìo.
E il suo lamento di cencio umano ove la morte ringhia, con nuove corde aspre di punte avvinghia il mio bisogno eterno di tormento.
Son cinquecento: han lampade e picconi, Corde e martelli. D’aspre fatiche indomiti campioni Son cinquecento, muscolosi e belli Come guerrieri: Niuno di lor varcò i trent’anni ancora, E spose e figli Li attendon l
La Giulia vi montava su, in piedi, tenendosi ben stretta colle mani alle corde, mentre Pier Luigi e Prospero Anatolio, l'uno da una parte e l'altro dall'altra, spingendola tratto tratto, la facevano ondeggiare.
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