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Aggiornato: 12 giugno 2025


Ned ei glielo contese; anzi bramoso, Ch'egli per tempo di valor s'adorni, Diello in guardia a guerrier, che glorioso Tra bei sudori ha trapassati i giorni; Coimbro ei s'appellò, tra monti ascoso Ei facea riposando i suoi soggiorni, Gi

Giannone, Istoria civile del regno di Napoli, lib. XI, cap. 1. Bart. de Neocastro, cap. 98. Opere della corte di Roma contro Pietro d'Aragona. Concessione di quel reame a Carlo di Valois. Protestazioni e pratiche di Pietro. Contese di lui con le Corti di Aragona. Lega di que' baroni; grande esercito e armata che apparecchiansi in Francia. Invasione del Rossiglione, poi della Catalogna.

Angiol di luce, or taci: per il mondo non stan contese: Amor porge il bicchiere e ci invita al festino: oh, più fecondo di bell'opre non fu certo il Piacere.

S'ella avrá ben danzato ad una festa, e l'andrienne si sentí lodare, questo le basta a uscir fuor di se stessa e a giudicarsi qualche monarchessa. Come mai non v'ammazzan le pretese c'han sopra voi per quanto lungo è l'anno? a quelle ciarle, a quelle lor contese come non affogate dall'affanno?

Volsersi gli anni, ed al natio paese Un suo figliastro ritornò d'essiglio, Forte in campo d'amor ne le contese, Vivace il guardo, il volto avea vermiglio; Veder d'ambedue lor l'anime accese A me sembrava non vulgar consiglio; Lei mossi, ed a lui contra ella s'accinse, E lusingando finalmente il vinse.

Ma arti ed opere pubbliche furono neglette nel secolo delle contese e de' moltiplici imperatori; e giá colle lettere si trovano l'arti molto corrotte solto Diocleziano e Costantino, e corrottissime poi al cader dell'imperio. I barbari sopravegnenti non trovarono della coltura antica nulla da corrompere; tutt'al piú, resti da disperdere. Coltura nuova, cristiana.

74 Libera corte fa bandire intorno, ove sicuro ognun possa venire; e campo franco sin al nono giorno concede a chi contese ha da partire. Fe' alla campagna l'apparato adorno di rami intesti e di bei fiori ordire, d'oro e di seta poi, tanto giocondo, che 'l più bel luogo mai non fu nel mondo.

Se fosse conveniente qui una digressione, io crederei poter dimostrar facilmente: che in tutti i tempi, in tutti i luoghi le grandi colture furono figlie o d'una libertá legittima, legale, stabilita, o d'una reale quantunque non riconosciuta, o almeno d'una incipiente quantunque non progredita; che in particolare quella magnifica coltura francese, la quale prende nome da Ludovico XIV, fu tutta esercitata da uomini nati e cresciuti fra le contese di libertá, che, cattivissime del resto, sorsero durante la minoritá di lui e furon dette della Fronda; che insomma e dai fatti e colle ragioni si prova sempre, le colture aver bisogno di libertá, e quasi sempre la libertá aver bisogno di coltura.

Si frappose, forse troppo anch'egli, nelle contese cristiane; ma almeno, tenendosi fermo contro all'eresia ariana e all'altre, serbò unita la cristianitá romana, contro ai barbari giá gentili, poi via via quasi tutti ariani.

Egli ricordò: che la monogamia era d’instituzione divina e che Noè e i suoi tre figli, i patriarchi³³, Giuseppe, lui stesso³⁴ ed Aronne suo fratello, erano monogami; espose i disordini, le contese, le dissenzioni che spesso provengono dalla poligamia; proibì ai monarchi futuri la grande copia di mogli onde «non abbiano a corrompere i loro cuori».

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