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Aggiornato: 11 giugno 2025


Egli era solo solo, colla nostalgia profonda di quel primo tramonto, in quel deserto di acqua bigia e di cielo buio; e allora Cammilla non soffrì più del proprio dolore, ma soltanto della nuova tristezza di lui, e con uno slancio supremo di tutta l'anima, di tutto il suo amore, di tutti i suoi baci, gli disse ancora, non per , ma per lui, come a consolarlo ed a rinfrancarlo, perché non si sentisse più solo in quel mare immenso; in quel mare ignoto: Io !

L'amico tenta ogni via di consolarlo. È vano ogni conforto. La ninfa protettrice di Sacontala ode, non veduta, i sospiri del re; s'accorge della veracitá del di lui pentimento, e ne gioisce, e comincia a sentirne pietá anch'ella. In obbedienza ai voleri di Dushmanta, un'ancella s'ingegnò di dipingere sovra una gran tela l'immagine di Sacontala. Recano al re quel ritratto.

Ci dev'essere una malìa! diceva egli a mastro Jacopo, che si sforzava di consolarlo. O sulla tavola, o nei pennelli, o nella mia mano, o in qualche altra parte di me, ci dev'esser una malia. Vedete, maestro? Non mi vien fatto di cogliere certi piccoli rapporti tra l'ovale del mento e il tondo della guancia. Infatti, qui è sbagliato il contorno; non c'è che dire, è sbagliato. L'ho gi

Avete lasciato prender radice ai cattivi istinti, compare Saverio; e ora, Dio non voglia che sia troppo tardi! Lo zio Saverio lo guardava tutto sgomento, e a bocca aperta: don Francesco strinse le sopracciglia, e stette a pensare. Via mandiamolo a Bronte, e facciamolo prete, disse a un tratto. E impietosito della cera che seguitava a fare il vecchio, cercò di consolarlo.

E se Nora, risvegliandosi.... ricordandosi.... scomparsa l'esaltazione, la demenza, provasse orrore di ciò ch'era successo? E non veniva!... Perchè non correva a rassicurarlo, a consolarlo? Se fosse ammalata? Se fosse sdegnata? Se avesse vergogna di stessa, se lo odiasse? E Pietro non vedeva più il bel viso irradiato dall'amore, ma contraffatto dall'ira.

D'inverno spargeva miglio e briciole di pane sul davanzale della finestra e godeva a vedere gli uccelli che venivano confidenti a mangiare. Era così semplice ne' suoi gusti che un fiore, un frutto, un bambino, un cagnolino rapivano subito la sua attenzione e bastavano a consolarlo e a rallegrarlo.

Accorrevano i figli, la moglie, e con begli atti di amore lo circondavano; nessuno però osava consolarlo con le parole: forse un senso segreto gli avvertiva che i suoi mali erano superiori al conforto. Ne seguitava un silenzio solenne. Un lieve colpo sopra le porte li toglieva dallo stato dolente.

Evelina si alzò, gli andò vicino, per confortarlo, per consolarlo, accarezzandogli i capelli colle dita leggere, col fiato caldo.

Tale condizione di cose rendeva il capitano più bisbetico del solito, e avendo ripreso le partite serali delle carte, ad ogni errore commesso il maestro andava soggetto a dei rabuffi che lo intimidivano; la buona signora si studiava di consolarlo dei modi bruschi del marito con indulgenti sorrisi, e sguardi incoraggianti, e l’asino bruciava.

Nora sorrise ancora, e, come per tranquillarlo, per accontentarlo, per consolarlo, gli disse forte, stringendogli la mano... scherzando nel tenergli stretta la mano, dimenandogli il braccio: Ebbene... lo dica lei stesso alla Vittorina e a Teodoro di non lasciar passare nessuno... soltanto il signor Gatti... un signore che verr

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