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Aggiornato: 19 maggio 2025


Giunta sulla tolda, la bella inglese dopo d'avere corrisposto ai saluti affettuosi de' suoi concittadini discese nella camera, chiamò il capitano Thompson e con lui conferì sul da farsi per levare le compagne dal punto ove le aveva lasciate e condurle in luogo sicuro.

Quivi mi fece la riverenza di persona rassegnata e obbediente. Nominerò sindaco in vece vostra il signor R... Rimetto in vostre mani anche il grado di capitano della guardia nazionale. Vi proponeste di antivenirmi? Vuota precauzione. Chi vi conferì il grado di capitano? In verun caso avrei sofferto di dipendere dal mio maggiore nemico.

L'agente mandato sulla scena tornò immantinente e conferì col Commissario. Ho capito! egli disse, dopo averlo ascoltato. Si rivolse ad altri agenti, e scambiò con essi in furia alcune parole. Costoro facevano rapidi segni di assentimento. Allora il Commissario, guardando la folla, alzò una mano, come se volesse far cenno agli spettatori di acquietarsi, di tacere. Zitti! zitti! gridarono più voci.

Questo destò ne' papi la nuova ambizione, il nuovo vizio del nepotismo che guastò da Sisto IV in poi tanti papi; che, per quasi un secolo, fu arcano o piuttosto sfacciata massima di lor politica, ed abbandono della grande e nazional politica papale, proseguita da' loro gloriosi predecessori; che diminuí poi, diminuita la potenza de' papi, ma' fu anche allora impiccio, impoverimento del loro Stato; e che nell'un modo e nell'altro, essendo vizio il piú anticanonico di tutti, ambizione personale, piccola, interessata, e tanto minore delle grandi ed ecclesiastiche ambizioni dei Gregori e degli Innocenzi, conferí forse piú che null'altro a diminuir la dignitá, la potenza del papato nella pubblica opinione per tre secoli, fino all'immortal Pio VII. Sisto IV voleva far uno Stato al nipote Riario.

Chiamati in Parigi i prelati e i baroni, il venti febbraio milledugentottantaquattro, il re lor significava le ultime negoziazioni; e metteva il partito della guerra. Presero tempo d'un giorno a deliberare, di tre a rispondere; e il ventuno assai per tempo adunavansi nel palagio reale; divisi in due sale i prelati da' baroni, e assente il re. Il legato che non era lontano si rimase a man giunte, fingea poi gran maraviglia della ispirazione per cui virtù le due camere, lontane e ignare de' procedimenti l'una dell'altra, deliberassero la guerra in un medesimo istante. La camera de' baroni mandò prima il messaggio a' prelati; il legato non tardò a far venire il re co' suoi cortigiani; e il medesimo giorno in pien parlamento, innanzi a gran moltitudine l'arcivescovo di Bourges e Simone de Nigel annunziavano a Filippo la deliberazione; Filippo ringraziava, e assentiva l'impresa: il giorno appresso, convocato di nuovo il parlamento, fe' intender la scelta fermata in persona di Carlo di Valois, suo secondo figliuolo . Giurò per costui il padre; il cardinale conferì al fanciullo l'investitura de' regni d'Aragona e Valenza e del contado di Barcellona con istrano rito di porgli in capo un cappello; onde, perchè la terra poi non ebbe, re del cappello il motteggiavano . Ratificò il papa a primo marzo; die' la bolla di concessione in buona forma il tre maggio . Lo stesso giorno trasferisce al cardinal di Santa Cecilia piena autorit

Il console napoletano in Corfù, stando a' meriti noti, avrebbe dovuto ricevere accuse e rimproveri di noncuranza dal suo governo. E nondimeno, con disposizione del 18 luglio, Ferdinando II volendo ricompensarne la condotta e lo zelo spiegato in quella circostanza, conferì la croce di cavaliere dell'ordine regio di Francesco I a Gregorio Balsamo, console del re in Corfù.

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