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Aggiornato: 6 giugno 2025


I quattro che battevano quello strano e cupo calle contemplavano con istupore misto a meraviglia, fatta maggiore dalle tremende idee di che erano stati poco prima agitati, il variato succedersi di tanti ciechi ravvolgimenti, dai quali non avrebbero creduto potere riuscire mai all'aperto, se Falco stesso non avesse assicurato d'averli altre volte percorsi, ed egli medesimo pensando ai timori ed all'esitanza che dovevano naturalmente durare nel cuore di quelli ch'ei conduceva per una lunga sotterranea via, rallentò d'alcun poco il passo, e rompendo pel primo il silenzio, disse: "Se fossimo andati tanto all'ingiù quanto siamo saliti per questa strada, io credo che saressimo gi

Il cuore di costui pativa un'aspra battaglia, al vedere Luisa tanto cortese col giovine spagnuolo; la qual cosa lo conduceva all'amarissima considerazione che quella bellissima era stata sua, e che egli non era più nulla per lei, aveva più ragione a dolersi.

Rivoluzione! Ode un tumulto immenso. Dove si trova? Non più sulla via, che conduceva dalla sua casa, svaligiata dai francesi, alla cittadella, dove voleva porgere denunzia al generale francese e chiedere giustizia.

Uscito l'ultimo studente, il professore Bottaro, col piego degli elaborati sotto il braccio, salì la scala che conduceva in Direzione e consegnò nelle mani del Preside il suo prezioso deposito. Grazie, professore, disse questi con amabilit

Sotto l'impeto della passione senz'argini, ebbe d'improvviso la visione della strada che conduceva a Pieve di Sori; vide stessa calma in apparenza e turbata nell'anima: vide Cesare al suo fianco; capì come gi

Talvolta ancora si conduceva tutto solo fino all'umile stanza di Lorenzo. E il vecchio soldato, che, col tornar della bella stagione, si sentiva tornar la salute, il buon umore e la sua antica baldanza, lo vedeva così volentieri, e pregavalo che venisse a tenergli un po' di compagnia nella sua solita passeggiata.

« Fu allora che mi nacque un sospetto; perdonami, Fulvia; ti amavo... E presi anch'io una carrozza di piazza, e seguii quella che ti conduceva. E scesi allo stesso albergo, e presi la camera accanto alla tua; e traverso la porta ti ho vegliata sempre. Ho vedute le tue impazienze, le tue lagrime. Ho udita la tua conversazione con Giorgio, e la terribile confessione del tuo amore per Guiscardi. T'ho veduta con lui... Ho sofferto, Fulvia; ho molto sofferto. Ma partii di l

Il sogno della sua ardente giovinezza si era avverato a puntino; un uomo giovane, simpatico, onesto, l'aveva chiesta in moglie, le aveva dato il suo nome, la conduceva con ; l'amava dunque. Era l'amore ideale, vero, indistruttibile forte come la morte. La grandiosit

Nulla valse a smuovere quel disgraziato e, un mese dopo, Pasquale Barbosio, quarantenne e possidente, conduceva all'ara nuziale la graziosa Celeste Spada, fragrante come un bottone di rosa, fiera de' suoi occhi neri e dei suoi diciott'anni. La luna di miele fu breve ma dolcissima per Pasquale Barbosio.

Cecilia, che lo accompagnava dovunque come la propria ombra, pratica delle stanze del Volpone, gli serviva di guida. Giunti nell'interno e non trovando nessuno, essi si diressero in un corridojo che conduceva all'entrata della scalinata che metteva alla torre, ove Volpone prudentemente si ritirava nella notte.

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