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Aggiornato: 5 giugno 2025
Debbo parlare a mia cognata. E ci voleva tanto a dirlo? Tra noi non si fanno complimenti, caro. Arrivederci, Nicoletta. Arrivederci, amico mio. Ricordatevi, attendo sempre l'invito per la visita al museo.... E badate, bisogna non far complimenti con me: sono la migliore delle camarades. Esce di fondo. Raimondo, Nicoletta.
Stava egli ritto in quel momento nel circolo d'alcune dame, le più giovani e le più belle della conversazione: neppur uno degli elegantissimi che loro facevan corona avrebbe osato contrastargli il diritto d'entrar nelle grazie di questa o di quella, con piacevolezze o complimenti a suo grado.
Entrò col cespo di camelia tra le braccia, salutando il giovanotto con quel sorriso che vuol dire: ci conosciamo, e non occorrono altri complimenti. Dove vuole Vossignoria che mettiamo questa povera ammalata? disse egli, appena ebbero fatti pochi passi nel viale. Di qua, se non vi spiace, galantuomo.
Graziella cresceva a vista d'occhio, era bianca, rossa e prosperosa, ma di una bellezza volgare; avea poco cuore, e quando poteva, cercava d'umiliare la sorella in tutti i modi possibili; raccontava i suoi trionfi, i complimenti che le venivano fatti; era continuamente occupata ad adornarsi e ad agghindarsi allo specchio, pensava sempre a vestiti nuovi, tanto che il babbo dovea lavorare dalla mattina alla sera, per appagare i suoi capricci.
Ne son convinto appieno,» rispose Villefort; «ed approfitterò molto volentieri delle vostre gentili profferte.» E dopo i soliti complimenti, se ne partì.
E poi che sazio, in estasi bëate Levava il picciol capo verso il sole, Le ragne da una foglia arsa sbucate, Si divisero il bruco nelle gole. Le due comari, del bottino liete, Facevan l'una all'altra i complimenti, Quando, piombando dal vicino abete Il capinero, li mutò in lamenti.
Cavignì girò un momento la testa, e disse con voce studiata: «A chi si possono dunque allora far complimenti, signora? Perchè sarebbe assurdo di rivolgersi ad una donna, il cui gusto è gi
Restassi di colpo.... spalortito! e il Kloss, senza far complimenti, sedette pure sul canapè, vicino a Nora, sdraiandosi, dimenando le gambette arcuate; poi tornò più grave, per dar più forza, più importanza al discorso, per spaventar la duchessa ancora di più. Io avessi supito pensato a lei!
Fatti i soliti complimenti, la compagnia prese posto sotto il portico, e da una sala vicina le furono serviti rinfreschi squisitissimi. Cessato il piccolo tumulto dell'arrivo, e quando Emilia si fu rimessa dal turbamento provato in barca fu sorpresa dalla bellezza singolare di quel luogo, e dai comodi che offriva per guarentirsi dalle molestie della stagione.
La marchesa Bianca rideva; rideva pazzescamente, ascoltando certi complimenti che, col viso curvato a poca distanza dal suo, le andava sciorinando Eugenio Percy, seme forastiero trapiantato in terra nostra, uno dei più ricchi, dei più eleganti e dei più colti cavalieri di Genova.
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