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Aggiornato: 30 aprile 2025
Vuoi per una trentina d'anni in cui la Bohème artistica ha spadronato a sua posta, uccidendo coll'arma del ridicolo i classici, vuoi perchè gli Ingres, i Delacroix, i Delaroche, non nascono tutti i giorni, vuoi perchè si fanno volentieri i quadretti quando c'è' un mercante di tele che li compra per rivenderli ai piccoli salotti borghesi, come si fanno volentieri gli articoli spiritosi di giornale quando il gusto del pubblico ha sostituito all'opera pensata i quattro segni quotidiani in punta di penna, il fatto sta ed è che l'arte francese si trova al lumicino.
Conosco il terreno, rispose con arroganza; e proseguì a traverso i campi. Io raggiunsi Eber; e si attese fino all'aurora, coll'arma al piede, il transito della divisione Bixio. Persuaso al sonno dalla stanchezza e dalle cadenti stelle, io dormivo sulla cavezza stando in arcione, e avrei dato un Perù per due metri di superficie terrestre, ove distendermi.
Per questo s'accontentò di privare i volontari dei loro naturali soccorsi, gettare la diffidenza e lo sconforto nell'animo dei nostri giovani ed impressionabili militi, e coll'arma al braccio fece assistere l'esercito nostro, il fiore della nazione italiana, all'eccidio di italiani.
Questi due fatti d'insuperabile disciplina sono forse la chiave di quella severissima disciplina romana che condusse le Legioni su tutto l'orbe conosciuto, e di cui si trovò un saggio sotto le ceneri di Pompei, d'un legionario che coll'arma al piede lasciossi coprire dalle ceneri senza muoversi. 3º E i Vespri? Un popolo che conta i Vespri ne' suoi annali, può durar poco nel servaggio.
Il governo italiano ci avversava a viso aperto come ribelli e banditi, onde difficilissimo riusciva il procacciarci vettovaglie, indumenti e munizioni; le nostre truppe, in parte smaniose al pari di Bixio in Perugia di venirci in aiuto, dovevano invece rimanersene vane spettatrici del formidabile torneo coll'arma al piede, e data la contingenza, farci magari fuoco addosso; l'arrivo dei francesi era pronostico di guerra eccessivamente sproporzionata per numero e per arnesi di combattimento, i papalini se n'erano ringalluzziti e ne avevano i movimenti più liberi, ed omai la era una follia l'attendere prima d'una nuova nostra strepitosa vittoria la rivoluzione in Roma.
Questi prodi marciarono verso il nemico coll'arma al braccio, come in piazza d'armi, e ricorderò sempre con orgoglio d'aver comandato a simili militi. Il fiero ed imponente contegno delle nostre colonne, marciando avanti senza sparare un tiro contro una grandine di granate e di fucilate, scompigliò il nemico, e lo sloggiò dalle sue posizioni.
Donato esce dalla sua camera, porge l'orecchio nel corridoio, non ode alcun rumore, rientra, afferra una rivoltella, la guarda, poi lascia cadere il braccio lungo il fianco, ascolta ancora... Nessuna voce lo trattiene; ha paura di sè stesso, fugge, scende le scale, esce all'aperto coll'arma in pugno, e si caccia in un viale che mena al boschetto.
Le grida dei feriti, coll'arma inusitata, erano spaventevoli, essendo la fiòcina arma che entra, ma non esce, dimodochè alcuni eran tratti a bordo, cioè dalla parte dei romani, altri, se riesciva di rompersi l'asta, cadevano o si ritiravano malconci, col ferro nelle viscere, altri, poi, dal colpo o dalla disperazione, erano precipitati nel Tevere.
Il marchese quasi certo della vittoria, aspettò un momento il competitore coll'arma in guardia per infilzarlo, ma vedendo che quello non avanzava, si mosse lui stesso, cercandolo colla punta del ferro.
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