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Aggiornato: 17 giugno 2025
E hanno lanciato alla Patria un bando, che, se raccogliesse consenso, convertirebbe tutti gli studiosi, e massime quelli di piú forte ingegno, in una repubblica di stampatori. Che dici di questa idea. Maestro? Foscolo Dico che «io vorrei che cessasse questa libidine di codici e di varie lezioni. Questi sono i fasti della bella letteratura italiana nei secoli passati.
Nelle indagini, nella cura del testo, nel raffronto dei varii codici, fu a noi guida sapiente il dott. Fr. Roediger, maestro nella più eletta erudizione della nostra letteratura e fra i pochissimi stranieri assolutamente padroni del linguaggio nostro.
Perchè, continuò implacabilmente il Priore, quella di dodici passi è la misura più stretta che sia consentita dai codici cavallereschi di tutto il mondo civile, affinchè il duello alla pistola sia un combattimento e non un assassinio da far torto ai padrini che lo avessero lasciato commettere. Se ne rammenta? Gliel'ho detto poc'anzi.
Io E perché sobbarcarti a tanta fatica? Io Oggi ti direbbero d'usare espressioni «piú parlamentari». Ma lasciamola lí. E concludiamo. Codici no, collazioni no, emendazioni no, erudizione neppure, metafisica meno che meno: mi sai dire che diamine si dovrebbe fare intorno a questi benedetti autori classici?
De' codici barbarici poi, lasciando quelli fatti fuor d'Italia, e venendo a' nostri goti, ci basterá accennare, che Teoderico e gli altri re loro fecero senza dubbio non poche leggi; ma non restano testi, se non di due editti di Teoderico e d'Atalarico, oltre poi molti cenni nelle lettere di Cassiodoro. E, cacciati i goti, non ne restò probabilmente traccia nelle giurisprudenze posteriori.
«Non si tratta di codici. Nè voi, nè io c'intendiamo di codici. Si tratta della convinzione che nei vostri animi può esserci rispetto a questi elementi distruttivi del presente.» E il Dr.
Con analisi fine ed animatrice De Nittis spiegava a Bice il formarsi del romanticismo, la cavalleria e i suoi codici d'amore, i poeti solitari, il dramma immenso del monachismo, e quella idealit
In una adunanza di cinque letterati, presieduta dal Marchese Dragonetti, Hager e Vella discutono dei due codici e della traduzione: e, siccome è partito preso che si debba schiacciare Hager ed esaltare il Vella, si conchiude luminosamente a favore di costui. Eppure tutti e cinque sono analfabeti in arabo!
Infatti, fra il 1330 e il 1340 appaiono scritti un gran numero di Codici danteschi fiorentini, non pochi fregiati con lo stemma degli Alighieri, ed è agevole l'inferirne che a tanta copia di codici, oltre l'attrattiva esercitata dall'opera su le menti degli amici, non dovessero essere estranei il fervore, lo zelo di Jacopo.
L’avvocato impallidiva sulle carte e sui codici, ci perdeva gli occhi e i capelli, l’appetito ed il sonno; e si consumava in quella vita sedentaria e in quella atmosfera morbosa, mentre il frutto delle sue fatiche svaporava con prodigiosa rapidit
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