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Aggiornato: 23 luglio 2025


Ve n’erano con una cazzuola in mano, e questi eran muratori; ve n’erano con grandi pennelli: imbianchini; i falegnami aveano una sega; i fontanieri, una specie di elmo di ferro in mano ed una martellina; i cocchieri, una frusta; e non occorreva cercare insegne per i lacchè, i servitori, i barbieri, ed altri oziosi forzati e volontarî, i quali davan la misura del disagio delle classi operaie.

Fra i primi a uscir dalla chiesa, notai Gian Luigi Sideri, pallidissimo, coll'occhio smarrito e atono: sembrò cercare qualcuno in mezzo alla folla, si diresse verso le carrozze da nolo ad interrogare i cocchieri, e a pochi passi da me, tornò indietro, senza vedermi. Giorgio Uglio vestito a lutto, impassibile, badava a dare ordini e a sorvegliare che nulla fosse dimenticato di quanto prescriveva l'uso in tali circostanze. Angela Tintaro venne poi, maestosa e raccolta, nella sua andatura di matrona..... Quindi mio suocero, Pietro Folengo, partito la mattina da Pallanza qualche ora prima di me, si pavoneggiava in una solennit

S'era proposto di non lasciarsi più cogliere a quelle panie volgari; non vedeva che marchesane e duchesse, non sognava che carrozze stemmate e foderate di raso, cavalli di puro sangue, lacchè gallonati allo sportello, cocchieri gallonati a cassetta.

Tanto che giunto verso piazza del Popolo, fu preso, nella mitezza sentimentale della sua debole natura, da un furore di morte. Andò contro un pesante omnibus di albergo che correva, per farsi arrotare: ma il cocchiere lo schivò bestemmiando, gridando. A quell'ora, in quella giornata umida e triste di marzo, fuori porta del Popolo non vi era quasi nessuno: e quella crescente solitudine lo calmò un poco, mentre si metteva per il fangoso marciapiede che per la via Flaminia, lungo i colli Parioli, porta a Ponte Molle. Nessuno nel piccolo caffè dove si fermano i cocchieri da nolo e i carrettieri; nessuno, nelle piccole osterie che pullulano ogni cinque passi, sino alla met

Era l’immagine della magra, uggiosa, insopportabile Quaresima, tiranna impositrice di sacrifizi corporali, motteggiata in satire, indovinelli, giuochi di parole, e seguita, vedi contrasto! da una fioritura di devozioni e di spettacoli religiosi vuoi pubblici, vuoi privati¹¹. Imperciocchè nella Settimana santa inacerbivasi nelle penitenze, e battuti e disciplinanti si flagellavano dentro le rispettive congreghe; e per quarantott’ore continue si digiunava in pane ed acqua, ed assistevasi alla processione dell’Addolorata tutta di servitori in abito da penitenti, a quella dei cocchieri padronali in parrucche e gallonati, all’altra della Soledad tutta di militari della guarnigione: e giudei in antiche armature, terrore e ribrezzo degli astanti, fiancheggiavano la veneranda effigie del Cristo morto.

Si presentiva dovunque l'avvicinarsi di uno scroscio formidabile d'acqua; ad ogni poco un carro passava di corsa, romoroso e traballante; i cocchieri immobili sotto la pioggia masticavano bestemmie; e lentamente quell'aria pregna d'elettricit

Il cocchiere si sarebbe guardato bene dal salir sopra per servire a colezione o in una serata; il domestico da livrea non si sarebbe mai acconciato a cingere un fardello: questo avrebbe fatto soltanto il mezza-livrea; e non è esagerazione se si porti il numero di tutta codesta gente a ventidue, ventiquattro persone tra maestro di casa, camerieri, domestici propriamente detti, cuochi, cocchieri, e via discorrendo»³¹⁰. V’eran case che tenevano fino a sei lacchè con livree, alcune delle quali, per voler apparire ricche, riuscivano stravaganti.

I credenzieri vi hanno le loro case, la loro chiesa i cocchieri, che nella processione del Venerdì Santo affermano la loro prestanza fisica e la aristocratica dei loro padroni nelle dorate livree e nelle bianche parrucche.

E non diverse le pene ai contravventori, anzi più gravi delle solite: «I cocchieri, la frusta e quaranta sferzate o zottate del carnefice sopra un cavalletto nella piazza Vigliena; i padroni, la multa di onze cento o la perdita istantanea con la vendita irremissibile nella medesima piazza della carrozza, o calesse, o biroccio, o corso, o tariolo»⁹². ⁹² Bando cit. del Lopez, 21 Ottobre 1795.

Non era vigilanza che bastasse ad infrenare cocchieri e portantini, abituati a qualunque abuso, e coloro che si lasciavano condurre in carrozza o in sedia volante.

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