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Vorrei che mi prestasse due carlini per comprare una soma di legna, ché non n'ho stecco. VIRGINIO. Diavolo, empiela tu! Orsú! Va', ché te le comprarò io. CLEMENZIA. Voglio andare prima alla messa. LELIA da ragazzo chiamata per finto nome FABIO e CLEMENZIA balia.

Ti so dir che la m'ha chiarito! CLEMENZIA. E ! A voi giovinacci sta bene ogni male, ché sète piú ingrati del mondo. FLAMMINIO. Questo non dir per me: ch'ogni altro vizio mi si potrebbe forse provare; ma questo dell'essere ingrato, no, ché piú mi dispiace che ad uom che viva. CLEMENZIA. Io non lo dico per voi.

Con tucte le membra si uní questa natura divina, cioè con la potenzia mia, con la sapienzia del mio Figliuolo e con la clemenzia dello Spirito sancto, tucto me, Dio, abisso di Trinitá, conformato e unito con la natura vostra umana. Doppo questa unione fece l'altra il dolce e amoroso Verbo, correndo come inamorato a l'obrobriosa morte della croce. Ine si distese.

Certo, che ecco la sua balia: che mi torrá fatica di mandarla a chiamare perché accompagni in qua Lelia. CLEMENZIA balia e VIRGINIO vecchio. CLEMENZIA. Io non so quel che si vorrá indovinare che tutte le mie galline hanno fatto, questa mattina, fatto il cicalare che pareva che mi volesser metter la casa a romore o arricchirmi d'uova.

Part'egli che poco contento sia d'una innamorata veder di continuo il suo signore, parlargli, toccarlo, intendere i suoi segreti, veder le pratiche che gli ha, ragionar seco ed esser sicura, almeno, che, se tu nol godi, altri nol gode? CLEMENZIA. Queste son cose da pazzarelle; e non è altro ch'agiugner legna al fuoco, se non sei certa che, facendolo, piaccino al tuo amante. E di che 'l servi tu?

È vero che, per provarli in pazienzia, in fede e perseveranzia, Io sosterrò che lo' sia decto rimproverio ingiuria e villania; e nondimeno quel medesimo che lo' dice e fa ingiuria è costretto dalla mia clemenzia di dar lo' l'elimosina e sovenire ne' loro bisogni. Questa è providenzia generale data a' miei povarelli.

E cosí tucti gli altri perdevano ogni timore, perché non erano soli, ma acompagnati; però che, stando nella dileczione della caritá, stavano in me, e da me acquistavano el lume della sapienzia de l'unigenito mio Figliuolo; da me ricevevano la potenzia, essendo forti e potenti contra e' principi e tiranni del mondo; e da me avevano el fuoco dello Spirito sancto, participando la clemenzia e l'affocato amore d'esso Spirito sancto.

CLEMENZIA. Dicevo ch'io non sapevo pensare quel che si volesse dire che una gattina bella, ch'io ho, che l'ho tenuta quindici perduta, questa mattina è tornata; e, poi ch'ella ebbe preso un topino nel mio camarin buio, scherzando con esso, mi riversciò un fiasco di tribiano che me lo aveva dato il predicator di San Francesco perch'io gli fo le bocate. VIRGINIO. Cotesto è segno di nozze.

Ma è stata in questa terra una giovane che, accorgendosi d'esser mirata da un cavaliere par vostro modanese, s'invaghí tanto di lui che la non vedeva piú qua piú che quanto era longo. FLAMMINIO. Beato lui! felice lui! Questo non potrò giá dir io. CLEMENZIA. Accadde che 'l padre mandò questa povera giovane innamorata fuor di Modena.

Dimmi, ragazzo: e dove mi conosci tu, che vuoi saper tanto delle cose mie? Levati un poco questa cappa dal volto. LELIA. Orsú! Fai vista di non mi conoscere, eh? CLEMENZIA. Se stai nascosto, io altri ti conoscerá. LELIA. Tirati un poco piú in qua. CLEMENZIA. Ove? LELIA. Piú in qua. Ora cognoscimi? CLEMENZIA. Se' tu forse Lelia? Dolente a la mia vita! Sciagurata a me! , che gli è essa.