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Aggiornato: 19 maggio 2025


E questo fu detto, e lo andremo ripetendo, finchè la esecrazione pubblica non gli abbia presi a sassi: ella è la morte dei lupi affamati; tornate, o paltonieri, ai solchi aviti, che vi piangono lontani, tornate magari nel ghetto a vendere ciarpe, scorticate clienti, uccidete infermi, tuffatevi rospi nel sembiante, e più nell'anima nei fanghi del Sebeto e della Dora; tutto men peggio, che vedere caduta la Patria tra gli artigli di questi sciagurati adoratori della nuova Trinit

Questo, mi si oppone, è rimoto, e viaggia con le nuvole nel cielo della poesia; certo io non lo nego rimoto, ed anco immaginoso; ma io vi ho detto, che non procediamo per tempi felici, però che tali non sieno quelli nei quali l'uomo o aderisce tutto al suolo, o tutto si esalta pei cieli; dal primo stato scappa fuori il banchiere, il venditore di ciarpe, lo scorticatore di capretti, il moderato; dal secondo, l'anacoreta della Tebaide, e il bramino dell'India; solo avventuroso è il tempo dove con giusta proporzione puoi compiacere alla materia e allo spirito, andando appunto composto l'uomo di anima, e di corpo: e poichè questo adesso non si può, colpa in molta parte altrui, e moltissima nostra, di concetti divisi, e di forze infermi, meglio che curvarci alla terra, sar

Il Bello respirò, e tanto più largamente, quanto più forte ed improvviso era stato il timore che alcuna delle sue malizie fosse trapelata. A dirvela schietta. Michele, rispose egli allora, io non giudico gli uomini dai cenci che hanno dattorno, come è costume dei cani. Sotto le vecchie ciarpe c'è quasi sempre un uomo dabbene.... Certo! interruppe Michele.

Davanti alle tende erano sparpagliati fucili, sciabole, selle, ciarpe, pugnali, caic e la bandiera di Maometto, come sopra il campo d'una mischia. Guardai la campagna: non si vedeva nessuno. Appena apparivano come due macchie nere ed informi i due gruppi di capanne.

Essendo vicino il giorno della partenza, i negozianti accorrono in folla al palazzo e si compra a furia. Le stanze, il cortile e la galleria hanno preso l'aspetto d'un grande bazar. Per tutto lunghe file di vasi, di babbuccie ricamate, di vassoi, di cuscini, di tappeti, di caic. Quanto v'è in Fez di più dorato, di più arabescato, di più caro assaettato, ci è passato sotto gli occhi in questi giorni. E bisogna vedere come vendono costoro, senza proferire parola, senza lasciarsi sfuggire un sorriso, non accennando che o no colla testa, e andando via, abbiano o non abbian venduto, colla stessa faccia d'automi con cui sono venuti. Fra tutte, è bella a vedersi la stanza dei pittori, convertita in una gran bottega di rigattiere, piena di selle, di staffe, di fucili, di caffettani, di ciarpe lacere, di terraglia, di orecchini barbareschi, di vecchie cinture da donna, venute Dio sa di dove, che hanno forse sentito molte volte la stretta amorosa delle braccia imperiali, e forse l'anno venturo luccicheranno in un quadro magistrale alla mostra di Napoli o di Filadelfia. Un solo genere manca, e sono gli oggetti d'antichit

Gli Ebrei di qui arieggiano nei lineamenti del viso quelli dei nostri paesi; ma la statura più alta, il colorito più bruno, i lunghi capelli neri, e sopra tutto il vestire pittoresco li fa parere tutt'altra gente. Portano un vestito della forma presso a poco d'una veste da camera, di vario colore, per lo più oscuro, stretto intorno alla vita da una fascia rossa; una berrettina nera; calzoni larghi che sporgono appena un palmo disotto alle falde, e le pantofole gialle. Ed è strano il numero di «eleganti» che si vedono in mezzo a loro, vestiti di stoffe finissime, con camicie ricamate, ciarpe di seta, catene ed anelli d'oro; ma punto vistosi; austeri, invece, nell'insieme dell'abbigliamento, e pieni di grazia e di dignit

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