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Aggiornato: 28 giugno 2025
Nessuno lo vide, eccetto il fido cagnuolo, che si pose ad urlare, a guajolare, correndo e ricorrendo dal mulino fino alla riva: l'acqua si chiuse sopra di lui, poi trasportatolo assai più in giù dal luogo ove erasi tuffato, lo risospinse a galla fra un istante. Ma quell'istante avea fatto risorgere in Alpinolo l'amore della vita e una risoluzione istintiva di trarsi in salvo. Espertissimo nel nuoto, ben presto si ridusse all'altra riva, dove spossato si gettò sulla ghiaja, flagellata dalle onde; ed un sopore di stanchezza, somigliante al sonno, lo prese. Quando l'anima tornò agli uffizj suoi, era pentito del tentato suicidio. Perchè dare altrui il gusto di avere una vittima di più, un nemico di meno? E quanto al castigare me stesso, il morire che è mai? Un momento. Il peggio è vivere: qui sta la forza, qui il coraggio: non nella vilt
Poco dopo la porta si aprì e Andreina, tutta imbacuccata, ne uscì lesta e saltò nel brum. La buona signora le tenne dietro, chiuse lo sportello e il brum ripartì com'era venuto.
Comincia il VI Capitolo Al tornar della mente che si chiuse Dinanzi alla piet
Virginio, figlio di Paolo Giordano e di Isabella, continuò il ramo di Bracciano e il duca Flavio lo chiuse nell'anno 1698, come ultimo di questa celebre casa.
Non erano nemmeno biasimevoli i rapporti che si potessero avere con esse. Il vizio ad Atene aveva sacerdotesse sotto tre forme: le dicteriadi, le auletidi e le etere. Le prime erano le schiave della corruzione, e stavano chiuse in case speciali; le seconde ne erano le ausiliarie, sonatrici di flauto, ed avevano un’esistenza più libera, poichè potevano esercitare la loro arte nei festini.
Ma in quel dì non avrebbe potuto accorgersi dei palazzi, se non se per le alte e cupe facciate che rendevano ancor più nere le tenebre delle contrade. Del resto le finestre e le porte, chiuse in gran parte, erano indizio che le case, come quei castelli deserti per timore dei notturni fantasmi, erano state abbandonate dai loro padroni.
Si scelse a giudice la moglie di un segretario di stato, la quale chiuse la vertenza, a condizioni «che tutte e due sarebbero andate ad acquistar la tappezzeria e che la principessa accorderebbe un’altra notte al prevosto, aiutandolo in modo da esaudire i desideri di lui».
«Vi è un altro ritratto di questa,» soggiunse, «ed è in una delle stanze chiuse. Fu fatto prima del suo matrimonio, e voi le somigliate assaissimo.» La fanciulla mostrò desiderio di vederlo, e Dorotea rispose che non aveva coraggio di entrare in quell'appartamento. Emilia le rammentò che, il dì innanzi, il conte aveva parlato di farlo aprire.
Piazza Beccaria, numero cinque disse la Teresa al fiaccheraio, mettendo il piede sul predellino. Ell'era bianca in viso come una morta, ma risoluta. Il cameriere dell'albergo, salutando, chiuse lo sportello; la vettura partì.
Anche Flora si distese e si rannicchiò nella paglia e cercò di sprofondarsi, di annientarsi nel suo giaciglio, invocò il sonno, il riposo, l'oblio, chiuse gli occhi, ma non potè dormire.
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