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Aggiornato: 8 giugno 2025
Crede diss'io di potermi parlare subito? Ella rispose ancora: Sì. Penava a reggersi in piedi e si appoggiò alla parete fra le finestre. Le venni vicino; ero tra lei e le bambine. E se le susurrai dopo il Suo racconto La pregassi di essere mia moglie? Ella teneva ora il capo chino sul petto, e lo scosse un poco senz'alzarlo. No? chiesi angosciosamente No?
« Ah, sei venuto solo? gli chiesi stupita che rispondesse in singolare alla domanda che gli avevo fatto in plurale. « Sicuro. E voialtri avete fatto buon viaggio? « Come, voialtri? Io. « Ma non siete venuti insieme? « Son venuta colla contralto; ma tu non la conosci punto. A proposito, nello scendere è sgusciata via. Non l'ho più vista.
Stava ella forse scrivendo a me? Chiesi a una donna, che attingeva acqua alla fontana nella sua gerla di metallo, se quella fosse la casa Yves. Non lo sapeva. La pioggia cadeva ora più fitta e tutte le finestre restavano chiuse. Passai e ripassai davanti alla casa, non sapendo se fosse bene o male di farmi vedere da Violet, non potendo staccarmi dal posto.
Dopo pranzo, quando il marito l'ebbe lasciata, mi ritrovai accanto a lei nel vestibolo, presso al guardaroba: le chiesi il permesso d'aiutarla a mettersi il mantello, le porsi la borsa ed i guanti. « Grazie!... disse ella. Siete italiano? « Come lo sapete? « Non è difficile indovinarlo, al viso, ai modi, all'accento.
«Quando venne il cameriere domandai: « È giunta la posta? Non osavo prendere l'argomento di fronte. « Sissignora; è giunta, ma per lei non c'è nulla. «Il cuore mi battè più forte. Non aveva scritto; doveva esser venuto. « Nessuno ha domandato di me? chiesi guardando nel mio piatto. « Nessuno, signora.
Però mai, ad onta nella stima che mi professava, dell'affezione, ch'egli aveva per me, mi disse il suo vero nome; nè mai io glielo chiesi, benchè comprendessi che quello da lui portato non era il suo...
Era qualche mese che io non lo vedevo, quando, incontrandolo a Nizza, mi accorsi della sua insolita malinconia. Non gliene chiesi il motivo, sapendo ciò affatto inutile, essendo egli uno di quelli che parlano solo quando vogliono parlare. Ma non potevo a meno di pensarvi sovente e mi torturava il cervello per giungere a scoprire qualcosa.
Si afferrava l'altra, nervosamente, al margine del soprabito, come se volesse tirar giù il panno stinto. Finita la musica il vecchietto levò il capo; sorrideva. Me gli trovai faccia o faccia; egli seguitava a sorridere, seguitava ad armeggiar con la mano, mormorando l'ultima frase musicale, solenne. Mi feci animo e gli chiesi: Scusi, chi c'è qui dentro?
Poi gli chiesi notizie di alcuni amici frequentatori della sala; infine gli chiesi notizie di Filippo Arborio. Non è più a Roma, da quattro o cinque mesi mi rispose il maestro. Ho sentito dire che è malato, d'una malattia nervosa molto grave, e che difficilmente guarir
Anche qui la regola dei Certosini prescrive che sia dato cibo e bevanda al viandante che lo richiede, ed in caso di bisogno essi devono dare anche alloggio per la notte. Non chiesi nè una cosa, nè l'altra, ma domandai il permesso di visitare la fattoria.
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