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Aggiornato: 12 maggio 2025


37 Da iniqua stella e fier destin fu giunto a ber la fiamma in quel ghiacciato rivo; perché Angelica venne quasi a un punto a ber ne l'altro di dolcezza privo, che d'ogni amor le lasciò il cor emunto, ch'indi ebbe lui più che le serpi a schivo: egli amò lei, e l'amor giunse al segno in ch'era gi

67 Questo Ermonide disse, e più voleva seguir, com'ella di prigion levossi; ma il dolor de la piaga si l'aggreva, che pallido ne l'erba riversossi. Intanto duo scudier, che seco aveva, fatto una bara avean di rami grossi: Ermonide si fece in quella porre; ch'indi altrimente non si potea torre.

Cresce il tumulto, e la crudel tenzone Chiama al periglio i cavalieri eletti; Onde v'accorre il Ravegnan Raspone, E d'Ancona superba Anzio Ferretti. Ch'indi ritiri il piè non è campione: Travagliansi le man, spongonsi i petti Al crudo acciar, ma Trasideo gi

13 A quattro o sei dai colli i capi netti levò Ruggier, ch'indi a fuggir fur lenti; ne divise altretanti infin ai petti, fin agli occhi infiniti e fin ai denti. Concederò che non trovasse elmetti, ma ben di ferro assai cuffie lucenti: e s'elmi fini anco vi fosser stati, così gli avrebbe, o poco men, tagliati.

Entro quel sangue tuo me non bagnai; tu tel bevesti, io tacqui; è ver, costretto tacqui; ma fui reo del silenzio, e il sono, finch'io respiro aura di vita. Ahi stolto, ch'io allor credetti, che Neron potria por fine al sangue col sangue materno! Veggo ben or, ch'indi ha principio appena. Ogni nuova tua strage a me novelli doni odíosi arreca, onde mi hai carco; so perché.

Trasideo colmo di gran fiamma il seno L'amatissima vergine abbandona; Diparte, e pur tiensi cotanto a freno Contra il dovuto ardir, ch'indi lo sprona, Ch'ad ogni passo indietro ei si raggira, E le bellezze abbandonate mira.

O cedri incliti, invano, V'intendo, invan voi non mettete eterne Entro al monte di Dio l'alte radici; Però ch'eterna, a par di voi, si asside La speme del trïonfo entro al mio petto. Voi rivedrò! Da queste infauste arene, Che del mio sangue tinse Tito, delizia de l'umane genti, Da ove sorge la notte e il giorno viene, Da tutti e quattro i venti, Quel divino voler, ch'indi mi spinse, Richiamer

115 Prima ch'indi si partan le guerriere, fan venir gli abitanti a giuramento, che daranno i mariti alle mogliere de la terra e del tutto il reggimento; e castigato con pene severe sar

12 Sotto duo negri e sottilissimi archi son duo negri occhi, anzi duo chiari soli, pietosi a riguardare, a mover parchi; intorno cui par ch'Amor scherzi e voli, e ch'indi tutta la faretra scarchi e che visibilmente i cori involi: quindi il naso per mezzo il viso scende, che non truova l'invidia ove l'emende.

Negli anni primieri Del forte maschietto, V'è mente selvaggia, V'è indocile affetto, Par ch'indi s'annunci Futur masnadier. La picciola belva Se alcun la minaccia, Vieppiù baldanzosa Innalza la faccia; Di colpi, di rischi Non prende pensier. Qual è quello sguardo, Qual è quella voce Che frena l'audacia Del picciol feroce? Incanto dolce La donna sol ha. Ed ella ripete, Ripete l'incanto, Frammesce sorriso, Disdegno, compianto, E amore gl'infonde, Gl'infonde piet

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