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Nulla era più miserevole di quello straccetto di carne morta, d'avanti a quella finestra su cui cadeva l'ombra, al lume di quella candela. Ma ancora un suono indescrivibile, che non era un vagito un grido un rantolo, esciva dalla boccuccia quasi cerulea, insieme con un po' di bava bianchiccia. E mia madre, come una pazza, si gittava sul morticino.

Le sue parole s'estinsero in questo mormorio cadenzato; poscia egli s'avvinse ad Elisenda e la baciò sulla bocca, e l'abbracciamento fu stretto e il bacio fu lungo; ma la loro posa rimaneva innocente come quella della cuna ed immobile come quella della tomba. La pupilla d'Elisenda s'alzava lenta, cerulea, simile a un'alba di luna.

Quando la sera cadde, Raimondo non viveva più. Tutti i segni d'una intossicazione acuta di acido carbonico erano in quel corpicciuolo incadaverito. La piccola faccia era livida, quasi plumbea; il naso era affilato; le labbra avevano una cupa tinta cerulea; un po' di bianco opaco s'intravedeva di sotto alle palpebre ancora semichiuse; su una coscia, presso l'inguine, appariva una chiazza rossastra. Pareva che fosse gi

E i miei occhi si fissavano su quel cranio molle, sparso di crosta lattea, giallognolo, simile a un pezzo di cera segnata nel mezzo da un incavo. Tutte le suture erano visibili. La vena temporale, cerulea, si perdeva sotto la crosta. Guardate! Guardate! La lieve reviviscenza fittizia provocata dall'etere si spegneva. Il rantolo aveva ora un suono particolare.

Su i vetri della finestra era come un chiarore d'alba; ed era l'alba che saliva dalla neve in contro alle ombre..." Abbrevio ancora. "Un suono indescrivibile, che non era un vagito un grido un rantolo, esciva dalla boccuccia quasi cerulea, insieme con un po' di bava bianchiccia. E mia madre come una pazza si gittava sul morticino."

Percorrevano allora l'ultimo tratto di strada nelle vicinanze di Pieve; a destra, il muricciuolo di riparo era finito, e sul pendio scendente alla spiaggia, i pini marittimi svelti s'arrampicavano, chiudendo tra i naturali intercolunnii le trasparenti chiazze dell'acqua cerulea.

prono su la cerulëa sorgente tutte le membra, in atto di ristoro, v'immerge una sua grande anfora d'oro con tardo gesto, dilettosamente. Piegano a 'l peso de 'l metallo cavo i calici de 'l loto; e treman l'acque poi che l'efébo, ignudo come nacque, in chinarsi v'intinge il suo crin flavo.

E benchè procacciassi alzar lo ingegno, che a Natura io lacerassi il velo, Sempre d'Iddio vidi innegabil segno». Così Volta parlava, ergendo al cielo La cerulea pupilla generosa, Poi seguitava con paterno zelo: «Degli audaci all'imper resister osa, Che da lor alta fama insuperbiti Noman religïone abbietta cosa!

La mattina, per esser d'inverno, era bellissima; un venticello leggiero leggiero increspava le onde dalla parte di tramontana, il qual vento non toglie loro quella graziosa tinta cerulea nel mare Tirreno. Si vedevano i flutti spumare su piccoli scogli e quella bianca spuma adagio adagio venire a perdersi alla riva. Il cielo era sereno ed il sole gi

Il suo coraggio, allontanata la fiamma dell'ira istantanea, aveva cominciato a sbollire, e, cosa strana a dirsi, quella medesima luce fosforica che di solito brillava nella sua cerulea pupilla, si era quasi spenta del tutto. In conclusione, il biondo gendarme era ridotto alla condizione d'una boccetta di spirito volatile, alla quale da qualche tempo si fosse levato il turaccio.