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Aggiornato: 28 luglio 2025
VIGNAROLO. Volete far esperienza di tutte le vostre forze contra di me? PANDOLFO. Perché non è uomo a cui con tutte le forze non cerchi far il peggio che possa. VIGNAROLO. Al vostro fattore? PANDOLFO. Al mio disfattore. Né con queste parole scamperai la vita, né il pentire né il cercare perdono ha piú luogo appresso me. VIGNAROLO. Che vi ho fatto io? PANDOLFO. Pur hai animo di parlar, traditore?
C'è una gran baja ed un porto piccino, Ove l'onda giammai freme adirata, E par che dica ad ogni brigantino: "Se tu cerchi la pace, l'hai trovata!" Cagliari è gaja; ha un'aria patriarcale, E del buon tempo antico ama la legge; E non pensa a mutar la cattedrale Lo strano campanil che la protegge.
Mi concederai che la è una determinazione gravissima quella che mi cerchi disse Enrico, che schivava sempre di alludere alla Elisa. Non lo nego. Ma per me essa è meno grave che decidermi ad una relazione intima quale la vorresti tu... Come mio marito io avrei interesse a non rovinarti e a non disonorarti; come amante forse non meriteresti da me questi riguardi. Vedi che ti parlo schietto!
È adombramento di un atteso e preparato futuro? Giungeremo al vertice, o tutto è infinito, anche il nostro andar tentoni nei secoli? «Ah, povero spirito, che cerchi? Ecco, io non so ancora quel che io mi sia, e gi
Domanda e risposta furono scambiate in mezzo a un silenzio profondo; i circostanti restavano immobili, inquieti, intimiditi. A un tratto la sirena squarciò l'aria col suo formidabile strido, un fiato enorme parve esalasse dalle viscere della nave, tutta la sua compagine vibrò, le acque rimosse sfrusciarono al primo giro delle eliche, ribollendo e spandendosi in cerchi di spuma. Lentamente la «Siracusa» si avanzò verso l'
Gigi! esclamò Bruno, correndogli incontro gioiosamente. Cerchi di me? Sì, rispose Gigi, stringendo la mano al giovane. Mi dispiace di giungere in momento così inopportuno! Che, che! Rinunzio subito alla gita; farò colazione con te. Vieni, che ti presento a mia madre.
A mezzanotte fra tintinni e canti Per una liscia scalinata d'oro, Scende nei sogni loro Iddio con tutti i santi. Se Dio tu cerchi invan nella morente Speranza dei mortali, E stanche in ciel va dibattendo l'ali La superba ragion che il dubbio espia, Oh credi almeno a questa poesia! Fin che sorride un piccol innocente Nei sogni della culla, È Dio che dolcemente Colla ragion dei padri si trastulla.
VIGNAROLO. Basta basta, so che tu cerchi persuadermi che non sia Guglielmo. CRICCA. Vuoi che ti faccia conoscere chi sei? VIGNAROLO. Te ne prego. To', togli questo! VIGNAROLO. O canchero ti mangi! col pugno mi hai rovinato una spalla. CRICCA. Hai sentito la botta, pezzazzo di bestia? VIGNAROLO. Sentitissimo!
77 Se 'l dubbio di morir ne le tue tane, Svizzer, di fame, in Lombardia ti guida, e tra noi cerchi o chi ti dia del pane, o, per uscir d'inopia, chi t'uccida; le richezze del Turco hai non lontane: caccial d'Europa, o almen di Grecia snida; così potrai o del digiuno trarti, o cader con più merto in quelle parti.
Cappio, non vorrei ch'un altro cappio mi strangolasse. CAPPIO. Staremo sempre in festa e gioia. LARDONE. Ed io balzato in una galea. CAPPIO. Qui non ci è pericolo manco d'un filo. LARDONE. Ma d'una corda. E giá mi sento prurire il collo: come la calamita tira il ferro, cosí par che la forca mi tiri il collo molte miglia. Cappio, tu cerchi la mia rovina.
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