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Aggiornato: 5 maggio 2025
Io ero vinto, vituperato, scomunicato, fuggente, e potevo io dirti mia? Ecco il mio rimorso! E sapevo io resistere? Ecco la mia gioia! Ed Ugo, titubando: Ahi da quel giorno ad oggi! e combattuto: Non posso dirti, e come! Mi tormento! Poi ad una stretta di lei: T'ho detto.... il mio rimorso! Ma Imilda: No, no! Tu mi celi qualcosa! È un altro il segreto.
Io pensava cosi`: 'Questi per noi sono scherniti con danno e con beffa si` fatta, ch'assai credo che lor noi. Se l'ira sovra 'l mal voler s'aggueffa, ei ne verranno dietro piu` crudeli che 'l cane a quella lievre ch'elli acceffa'. Gia` mi sentia tutti arricciar li peli de la paura e stava in dietro intento, quand'io dissi: <<Maestro, se non celi te e me tostamente, i' ho pavento d'i Malebranche.
32 E sarò pronto, se tu vuoi ch'io giuri di non dir cosa mai che mi riveli: così voglio ch'ancor tu m'assicuri che quel ch'io ti dirò, sempre mi celi. Venner dunque d'accordo alli scongiuri, e poser le man sugli Evangeli: e poi che di tacer fede si diero, Ariodante incominciò primiero.
Io pensava cosi`: 'Questi per noi sono scherniti con danno e con beffa si` fatta, ch'assai credo che lor noi. Se l'ira sovra 'l mal voler s'aggueffa, ei ne verranno dietro piu` crudeli che 'l cane a quella lievre ch'elli acceffa'. Gia` mi sentia tutti arricciar li peli de la paura e stava in dietro intento, quand'io dissi: <<Maestro, se non celi te e me tostamente, i' ho pavento d'i Malebranche.
Perfidia tanta ah! non permetta il cielo! Manfredo, signor nostro, a te m'invia, A te ch'egli ama e venera, e possente Crede appo Dio. Che vuol da me il fellone? T'acqueta. Che vuol ei? Rende onoranza A quella fama tua che in parte celi Per umiltade, e forse in parte ignori, Ma che sul volgo e sui baroni è immensa. Il vigor de' Profeti, è nel tuo sguardo, Nella parola tua, nell'inclit'opre! Nè fur poste in obblìo le ardimentose Verit
ché, se l’antiveder qui non m’inganna, prima fien triste che le guance impeli colui che mo si consola con nanna. Deh, frate, or fa che più non mi ti celi! vedi che non pur io, ma questa gente tutta rimira l
Risolviamla pur qui. Celi celorum altro non è, secondo il mio giudizio, che 'l mangiar bene e il ber solennemente. Non niego giá che il far quella faccenda non mandi altrui piú sú che mona luna. Tamen un pasto buon pontificale mi dá la vita.
che' se l'antiveder qui non m'inganna, prima fien triste che le guance impeli colui che mo si consola con nanna. Deh, frate, or fa che piu` non mi ti celi! vedi che non pur io, ma questa gente tutta rimira la` dove 'l sol veli>>. Per ch'io a lui: <<Se tu riduci a mente qual fosti meco, e qual io teco fui, ancor fia grave il memorar presente.
ciascun di quei candori in sù si stese con la sua cima, sì che l’alto affetto ch’elli avieno a Maria mi fu palese. Indi rimaser lì nel mio cospetto, ‘Regina celi’ cantando sì dolce, che mai da me non si partì ’l diletto. Oh quanta è l’ubert
Entro le stanze tiepide e raccolte, Nel cristal de le coppe trasparenti, Appassiscono gigli e thee morenti, E lievi gruppi di cardenie sciolte? V’è un bizzarro cestello da lavoro, Ove, tra gli aghi e tra le matassine, Un biglietto si celi intimo e fine, Un nastro azzurro, un braccialetto d’oro?...
Parola Del Giorno
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