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Aggiornato: 10 giugno 2025


Egli continuò: Un mio amico carissimo, quasi un fratello, aveva smarrita in quelle funeste giornate una fanciullina di due anni o poco più, che portava appunto al collo un gioiello, quale lo descriveste, una testa da morto, appesa ad una catenella d'oro; terreste voi ancora quello ritrovato?

TRASIMACO. E vo' che veggiate che conto tengono di me i principi del mondo: ho pieno il petto, i calzoni e le valiggie di lettere che mi mandano. Ecco quella a punto del Gran Turco: All'illustrissimo e strenuissimo cavaliero, il capitan Trasimaco de Sconquassi, mio carissimo amico e generalissimo delle mie genti.

Invece mi si era detto: ella ha patito, ha pianto, ebbene eravamo conoscenze vecchie. Un uomo felice diventa decrepito centenario; è dimenticato prima che morto. Un altro disgraziato muore giovane: il suo ricordo sopravvive spesso dei secoli. Chi pensa a Matusalem, chi non ha pianto Abele? Dicevano i Greci: chi muore giovane è caro agli Dei. Certo egli è carissimo agli uomini.

L'ho aperta, ed è la lettera del più sciocco, del più noioso tra gli uomini. Ebbene? disse Aminta. Leggila egualmente. C è sempre qualche cosa da imparare, anche nella lettera d'uno sciocco. Leggerò, sicuramente, leggerò; rispose Gino, rifacendosi dalla firma al «CarissimoLa lettera, come sappiamo dal bollo postale, veniva da Lucca.

Dopo tutto gli originali come lui divertono i fannulloni come me, ed io ebbi, finchè rimasi al Presbiterio, cara la sua compagnia come quella di carissimo amico. Lo seguivo volontieri per qualche centinaio di passi giù per la china, felice di non essere menato ad uno scopo, felice dell'indugio perchè piacevole.

FILASTORGO. Son giá fastidito d'andar dimandando, e dubito se non l'incontro a caso, di non averlo a ritrovar giamai; e in cosí populosa cittá è appunto l'andar cercando lui come un ago nella paglia. Andiamcene su, madre. SENNIA. Andiamo, ma questo forestiero che or mi par gionto in Napoli, figlio, non ti muove gli occhi da dosso. FILASTORGO. O Lampridio, figliuolo carissimo, Iddio ti salvi!

Avendo proposto morir mille volte prima che viver senza lei, la disperazione mi accecò gli occhi e l'amore mi fe' far quello che ho fatto. SENNIA. Se l'amor bastasse ad escusar gli errori, ognuno si scusarebbe con amore. Ma io, poiché vostro padre, mio marito e figlio t'han perdonato, con non esser men pietosa di loro, t'accetto per genero e mio carissimo figliuolo.

Anche la calma dei testimoni lo aveva illuso; i testimoni sono sempre sereni, essi non hanno nulla da perdere, l'onore, la vita, i maccheroni. Ed essi dovettero rispondergli: Dottore carissimo, non si tratta di scherzi, ma di pura verit

Ma non manifesto me medesimo a te, perché le cose secrete si manifestano a l'amico che è facto una cosa con l'amico suo. È vero che 'l servo può crescere per la virtú sua e amore che porta al signore, che diventará amico carissimo: cosí è e adiviene di questi cotali.

GUGLIELMO. O mio carissimo Pandolfo, cosí amato e desiderato di vedere! Caro Guglielmo, come sète salvato da naufragio? GUGLIELMO. Sappiate che per andare in Barberia imbarcaimi su una nave ragusea. Il padrone che la noleggiava era uomo di suo capo; e quantunque fusse avisato da tutti li marinari non partisse in tal tempo che minacciava tempesta, pur volse partirsi con la tempesta.

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