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Sicuramente! gridò il Collini, piantandosi sui due piedi in faccia al collega, che rimase con tanto d'occhi a guardarlo. Allorquando voi altri non volevate scontar le cambiali senza aver prima riconosciuta la firma di Luciano Marsigli, non vi avevo io detto....

«Ora, se la S. V. è davvero in questo proposito, voglia ritenere queste cambiali a conto di quella maggior somma che Le parr

Ah, certo. Meno seccature. Allora non ci resta che fissare d'amore e d'accordo la cifra del debito del conte per poter ritirare tutte le sue cambiali. Eccola disse il Marliani e cavato di tasca il portafogli rimise a don Ignazio una carta su cui c'era la distinta delle scadenze del figliuol prodigo. Don Ignazio ne fu spaventato. E sapeva che Marliani non era il solo creditore.

Il fatto che le molle fossero due, mentre erano sembrate una sola all'usciere, lo rallegrò invece di fargli pena. Pensò subito che fossero due cambiali precettabili. Se sono pagherò o tratte protestate è meglio, ma fossero anche citazioni, io sono agli ordini tuoi; non pagherai altro che le spese vive. Grazie, ma non è questo; io vengo da te unicamente perchè ho bisogno di due cose...

Risponderete subito, seguiva il signore, alle tre lettere venute ieri di Parigi, di Roma e di Modena, che a ciascun corrispondente si pagheranno mille lire anticipate, sopra i soliti banchieri della casa; ne manderete l'avviso e preparerete le cambiali; queste le firmerò io, quelle voi.

Tutto ciò non occorreva più al banchiere Torlonia: egli era diventato ricco durante la notte, ed un giorno potè metter fine a tutta quella noiosa storia con un paio di cambiali, ponendo il suo stemma: quattro stelle dorate con quattro grossi ciuffi di raggi d'oro, accanto alla rosa degli Orsini, e sorridendo passeggiare come duca sotto i cento polverosi ritratti del castello.

Le cambiali!... ripetè il malato con un lungo gemito. In quel punto, il Casalbara vide un'ombra muoversi presso l'uscio, avvicinarsi. Chi è? gridò scattando, spaventato. È lo zio. Ha saputo che siamo tornati, e che tu stai poco bene: desiderava salutarti. Vuoi? E Nora voltandosi, chiamò vicino Matteo colla mano.

Quando scadevano le cambiali del Kloss, come le hai pagate?... Coi denari miei, procurati da me. Io, io ti ho dato in varie riprese centosettantamila lire! Venticinquemila stipendio di tuo marito: siamo in regola quarantamila seconda ipoteca sul palazzo di Milano e sui fondi di Casalbara siamo in regola.

Egli vendette alcuni vestiti per potere scappare! Quanti ne avesse il Montalto si rileva da sue lettere da Palermo a Curatolo. Il 27 maggio 1893 gli scrive: «Andrò al Congresso di Reggio Emilia ricorrendo per denaro agli amici, naturalmente a titolo di prestito.» E in data del 25 gli aveva scritto: «... le cambiali fatte per sostenere il giornale Il Mare scadono e non so come far fronte....»

Nora, colpita, atterrita, nell'ansia del momento e non volendo, non potendo gridare, gli mise la bocca quasi sull'orecchio. Le cambiali? Le cambiali rilasciate da mio marito al signor Kloss? Quasi cento mila lire?... Non so niente; non mi ha detto niente. Niente?... Ma allora.... anche il signor Kloss mi ha ingannata!