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Aggiornato: 19 giugno 2025
Ma il prete ne ha fatto la Rotonda, come del Foro Romano, ove s'adunavano i padroni del mondo per discuterne le sorti, ne fece un Campo Vaccino! Erano dunque le nove d'una notte oscura di dicembre ed a traverso la piazza della Rotonda si vedeva scivolare qualche cosa di nero che t'avrebbe posti i brividi nelle ossa, fossi tu stato uno dei coraggiosi militi di Calatafimi.
⁹³ Giornale di Sicilia del 12 Agosto 1794. ⁹⁴ Ai Cappuccini i superbi alberi della via di Mezzomorreale (corso Calatafimi); agli Antoniniani, quelli dello stradone di S. Antonino (corso Lincoln); ai Minimi, quelli di fuori di Porta Macqueda e Porta Carini. Vedi Provviste del Senato, a. 1793-94, p. 452; Atti, a. 1791-92, p. 146.
I gesuiti non ponno far altro che: ipocriti, mentitori, e codardi! Vi pensi chi deve che, per marciare e dar delle splendide baionettate vi vuol gente forte. Calatafimi sgombro dai nemici fu da noi occupato. La maggior parte dei nostri feriti era stata trasportata a Vita. A Calatafimi trovammo i più gravi dei feriti nemici, e furon trattati da fratelli.
Non vi dirò, signori, quale lo vidi a Calatafimi e a Palermo, in mezzo alle palle borboniche, sereno, raggiante il viso; fu sempre così in tutti i combattimenti. Ricorderò soltanto un episodio della battaglia di Milazzo. Il 20 luglio 1860 s’era impegnata la battaglia; e le sorti per un momento parvero incerte. Spunta da una viuzza un mezzo squadrone di cacciatori con un maggiore alla testa.
Coi Mille che essa avrebbe accompagnati a Roma, la liberazione del genitore era possibile. Ma ora, rinchiusa in questa malefica bolgia, ove pochi giorni avrebbero bastato a distruggerla! «Dio mio! che m'importa morire! non son io capace di affrontar la morte le mille volte come a Calatafimi! La morte! cos'è la morte? Ma la tortura!
A Calatafimi il generale Landi disponeva di 8 mila uomini di ogni arma; cavalleria, artiglieria, fanteria e cacciatori. Garibaldi aveva il comando di appena 1600 uomini con cattivi fucili, meno le 100 carabine, che erano in mano ai genovesi; e dei 1600 uomini non tutti entrarono in battaglia. Il nemico era postato sopra una collina, la quale chiamasi il pianto dei Romani.
Palermo, Melazzo, il Volturno, videro molto più feriti e cadaveri. Vi furono certamente delle pugne più lunghe ed accanite. Per me però il combattimento decisivo fu Calatafimi. Dopo il Pianto dei Romani, i nostri sapevano che doveano vincere; e quando s'inizia una pugna con quel prestigio, si vince!
A Marsala si parlò di dittatura, che poi venne proclamata a Salemi nel giorno seguente, e si confermò il motto: Italia e Vittorio Emanuele. Il 12 maggio si giunse a Salemi, ove si cominciò ad aver la riunione d'alcune squadre di Siciliani. Il 13 si giunse ad una tenuta campestre, il di cui proprietario credo fosse un Mistretta. Il 14 a Vita, ove s'ebbero notizie trovarsi il nemico a Calatafimi.
Egli si lusingò che io avrei guidato una schiera dei vincitori di Calatafimi e di Milazzo per dare la caccia ai villani d'Ischia e per guardia d'onore di lui nel suo ingresso in Forio. Intanto dovette starsi pago che nessun contrassegno di grado mi distinguesse, onde a suo agio poteva chiamarmi e annunciarmi colonnello.
La battaglia di Calatafimi
Parola Del Giorno
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