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Aggiornato: 28 giugno 2025


La campagna giovava a Lidia, che in pochi giorni aveva presa una tinta bruna, assai piacevole; e le nuoceva nel medesimo tempo, comechè dovesse aiutare quella tendenza alla pinguedine, di cui io m'era avveduto e s'era avveduta anche la donna, ora angustiata dalla scoperta e impensierita.... Verso le otto, ci recammo alla villa Caccianimico, ove tutte le sere si radunavano gli amici.

Non vi rilevai nulla di speciale: era la sua camera da letto, solita in villa: il letto bianco dalla coperta a ricami rossi, il tavolino d'abbigliamento colla superficie in cristallo e un grande specchio ovale trattenuto al disopra da un grifo d'oro; l'armadio, qualche mobile per sopportare altri gingilli.... Fra i gingilli, un libro, una grammatica inglese, e nella grammatica una lettera del Caccianimico, aperta.

Sentivo, all'improvviso, una ferita viva nel cuore per le teorie d'Ettore e per quella freddezza che senza causa s'era d'un tratto infiltrata nella nostra conversazione; mi scoprivo irritato contro il Caccianimico, il quale professava le sue idee senz'alcun riguardo per me, che avevo moglie; e mi dimenticavo che poco tempo addietro, mi ero invece irritato contro quelli i quali non avevano osato professare le loro idee, appunto per tal riguardo.

Ma fui veramente sorpreso quando, il sabato grasso, Lidia accettò un invito dei signori Caccianimico. Faccio un'eccezione per loro, ella disse. È vero, Sergio, che faremo un'eccezione?... È verissimo, risposi, nascondendo alla meglio il mio stupore. Appena Clara ed Ettore Caccianimico partirono, domandai a Lidia: Tu intendi veramente andare a quel ballo? Ma che! rispose Lidia.

Nel tornare a Pallanza, Ettore Caccianimico dava di piglio al mandolino e faceva da menestrello alla compagnia; io mi offriva compagno costantemente ad Angela Tintaro, sebbene anch'ella mi ripugnasse per le sue innaturali venture amorose.

Il signor Caccianimico! ripetè Pietro. Un uomo della mia et

Figuratevi, diceva ella un giorno ai Caccianimico, figuratevi che mia figlia ha trovato a Splügen un centinaio di camosci, che le son corsi incontro.... Perdòno, io interruppi, seccato; i camosci erano tre e invece di correrci incontro, son fuggiti con molta naturalezza.

Addio, egli disse, guardandomi dall'alto in basso, con un'occhiata ch'io sapeva caratteristica delle più negre ore dell'uomo. Odore di violetta, d'eliotropio, d'avventura proibita! risposi, inoltrandomi e stringendo la mano del Caccianimico. Ah ! egli fece con aria annoiata. Laura Uglio è venuta a trovar mia moglie ed è passata di qui a salutarmi. Dovreste esservi incontrati sulle scale.

Perchè io ora sono malata. M'appressai di nuovo al letto, strinsi la mano di Lidia e la baciai; poscia uscii, mentre Lidia, dimenticando il mal di testa paventato, si disponeva a leggere tranquillamente il romanzo francese. Ettore Caccianimico aveva previsto tutto ciò da un pezzo. Noi ci eravamo amati troppo in fretta.

Angela Tintaro, Giorgio Uglio, Clara Caccianimico, parecchi altri sopraggiunsero, e in un attimo fu una ressa d'inviti a visite, di cortesie d'una noiosit

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