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Aggiornato: 11 giugno 2025
Quello della carota? No... suo fratello, Eh! eh! eh! Carlinetto si appoggiò al pianoforte per rider meglio. L'ho poi trovata la carota quella famosa notte soggiunse, rivolgendosi al Cavaliere ma ho dovuto picchiare alla porta di tre erbivendole, finchè ne trovai una più pietosa che me la buttò dalla finestra.
Aldo aveva le labbra bianche ed aride, e la gola secca. Non poteva parlare. Fece cenno di sì col capo. E una terza volta vinsero. Il croupier buttò giù col rastrello la piccola pila d'oro, e la contò, poi spianò davanti a sè i tre biglietti da cinquecento franchi. Indi pagò: cinque volte la gi
Che cosa vuoi dirmi? domandò Fausta. Voglio dirti, risposi, e mi tremava la voce, che sarebbe una grande infamia della Natura se le tristi previsioni del dottore dovessero avverarsi! Ah! esclamò subito. Credevo che non mi amassi più! E mi si buttò tra le braccia.
Forse il suonatore era vecchio; forse aveva fatto una magra giornata; forse era un infelice, perciò usciva dalla sua mano quella nenia così stravagante. Massimo si abbassò sulla ringhiera del balcone, e da quell'altezza buttò a caso una moneta da due lire al suonatore.
Paolina girò la chiave nella toppa, si tolse d'addosso lo scialle, il casacchino, li gettò sul letto insieme al cappello; chiuse la finestra; si buttò in una poltrona, portò il fazzoletto alla bocca e pianse, senza lagrime, pianse della gioia di trovarsi sola.
E con un saltetto, si buttò sul canapè, tirandosi vicino a Nora, sdraiandosi. Nora si ritrasse ancora spaventata.... Ma poi, subito, fu lei che si avvicinò, lo guardò come ringraziandolo.... lo guardò con un sorriso che appariva ancora timido, spaurito fra le lacrime.... Tornò a guardarlo tremando, chinando gli occhi, chinando il capo.... arrossendo.
Tu ti sei ridotta così dopo aver fatto tutto, e mi hai voluto cacciare per la medesima strada; ma ti sei ingannata, io non sono come te, non posso sopportare: io non ci vado più in quella casa, o mi butto piuttosto a fiume.
Quando vide che sotto la gonna si distinguevano i piedi sino al collo della gamba, si buttò sul divano, tutta raggricchiata, non osando più muoversi; quando si fu decisa ad appuntare sul capo il berrettone e che solo facendo un movimento tutti i campanellini suonavano, ella ebbe tutta l'angoscia del suo ridicolo. Non sarebbe mai andata. Non importa, egli verr
Allora si buttò sopra di lei, piegando le ginocchia e baciandole le mani con fervore disperata... Ma anche allora la povera donna ricordò di essere madre: avea capito, indovinato, letto sul volto di Giorgio ch'egli tutto sapeva; e vincendo e dimenticando l'orribile strazio della sua vita balbettò con voce fioca e rotta: Perdonate... a Lalla!
Madlen, con un atto repentino, buttò le braccia al collo di Litzine, mise la bocca vicino alla sua bocca e ripetè, alterata nel viso e nella voce:
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