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Aggiornato: 9 giugno 2025


Duccio Massenti credette opportuno stringersi nelle spalle e alzare le sopracciglia per deplorare i trascorsi del conte Fabiano. Come si chiama il bambino? interrogò poi. Brunello! disse Nicla. Bruno Traldi di San Pietro. E d'improvviso, a dispetto dei suoi savii ragionamenti, un acuto desiderio la prese di rivedere il suo piccolo fedele amico.

Contassi cinquanta, solo cinquant'anni di meno, tutti mi sarebbero addosso per tenermi lontana! In un angolo, Gigi Barbano chiacchierava con Nicla. Quella frase di zia Amelia doveva rammentargli un discorso che la zia gli aveva tenuto mentre Nicla e Brunello erano fuori.

, villa Florida. E la tua come si chiama? Villa Carlotta. È il nome della mia mamma. La mia mamma si chiama Clara Dolores. È un bel nome, osservò Nicla. E la tua mamma è bella? Credo, rispose Bruno. Anche tu sei bella. Nicla avvampò in viso. Non aveva mai udito da anima viva simili parole, e quantunque venissero da un fanciullo innocente, ne sentiva la molestia. Ora andiamo, disse Brunello.

Brunello viveva di questa vita, dalla nascita, attonito, impassibile, osservando; non poteva affezionarsi a luogo a persona, e si contentava d'aver qualche preferenza; la madre, il padre, i parenti, i conoscenti, gli sembravano curiosi e simpatici, quantunque sentisse che poteva fidarsene mediocremente. C'era del fracasso, dell'impreveduto, della commedia, nella sua esistenza.

Il passo della cameriera si allontanava. Nicla riprese: «....dove sei. Ti prego di ringraziare il signor Conte e di presentargli i miei saluti. Non ti dimenticare della tua Scrisse l'indirizzo: al signor Conte Brunello di San Pietro, e vi aggiunse il nome dell'albergo e della citt

La famiglia stessa aveva preveduto che le sue proposte sarebbero state respinte, e non s'aspettava affatto che il dottor Alemanni potesse compiere un miracolo e condurre Brunello a casa. Il notaio scese le scale, dicendosi che bisognava pur giungere alla lotta aperta, o il bambino sarebbe stato la prima vittima di quelle esitazioni.

Soltanto l'indomani, con le ossa rotte dalla febbre, le gambe tremanti pel chinino, una grande lassezza in tutto il corpo, Brunello fu rimesso in vettura e riprese il viaggio.

Discese per accompagnar Brunello alla stazione. Divorato come da una sottil febbre, trasfigurato e vacillante ancora di gioia, egli le andò incontro. Lo staffiere aspettava a pochi passi con la valigia. Il mio treno s'incrocer

Vide venire a lei correndo il piccolo Bruno, seguìto da un grosso cane di Terranova, e poco lungi, ferma sulla strada, la contessa. Vieni! disse Bruno, gettandole le braccia al collo. La mamma vuole conoscerti.... E Brunello e il cane ritornarono ancora correndo verso la signora che attendeva. Nicla affrettò il passo, mentre Clara Dolores le andava incontro.

Il conte Fabiano s'avvicinò e inchinandosi lievemente, col cappello nella destra, Signorina disse non le sia sgradito che io le esprima la mia riconoscenza per l'affetto che dimostra al mio Brunello. Prego balbettò Nicla confusa. Egli mi tiene compagnia. Se non l'annoia, ne sono contento seguitò Fabiano.

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