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Aggiornato: 13 giugno 2025
Il 25 marzo a Brescia, ove nulla si sapeva del disastro toccato alle truppe piemontesi, si procedeva alla nomina del Comitato di difesa nelle persone dei cittadini Cassola e Contratti i quali pubblicarono il seguente proclama Brescia, 26 marzo 1849. Cittadini! La patria è in pericolo! Ora è il momento, o bresciani, d'agire e di fare conoscere che le vostre promesse non furono millanterie.
Che l'Aimoni sia un mascalzone, anche questa è cosa nota, ergo non seccarmi, perchè io non sono venuto a Brescia per dare delle lezioni agli ineducati. E Ghegola, così dicendo, si allungò tutto sotto le coperte coll'aria di chi ha sonno e vuol dormire. Scusa, caro, ma, di lezioni, invece di darne mi pare che tu ne riceva!...
Poco dopo venne il medico Baratelli, a visitare i feriti. Trovò che il soldato Guerri aveva l'osso dell'omero scheggiato, e allora, fatta una fasciatura alla lesta, mandò il ferito all'ambulanza del campo. Quel medesimo giorno Aminta era avviato all'ospedale di Brescia.
Questo procedere barbaro, che veniva principalmente a colpire donne e bambini giacenti nel sonno, inasprì i cittadini, che armati si fecero sotto al Castello e rispondevano al bombardamento prendendo a bersaglio i cannonieri nemici al grido «di viva l'Italia, viva il Piemonte.» Quelli del giorno 23 e della notte del 24 marzo furono i primi bombardamenti subiti da Brescia nel 1848.
Calcinato domanda un ricordo, se pure non è più giusto il dire che lo comanda, a chiunque faccia la via da Brescia a Peschiera. È una grossa terra e val molte citt
Varii de' dominatori che successivamente ressero Brescia e il suo territorio vi esercitarono diritto di zecca, toltole poi dalla occupazione de' Veneti. Tuttavia nella zecca della metropoli s'improntarono monete per quella citt
Fu incaricato il padre Maurizio da Brescia, che fu accompagnato dal padre Ilario da Milano e dal cittadino Pietro Marchesini. I patti della resa furono con molto stento convenuti.
A Brescia ci si trovò subito e molto bene. Egli faceva sempre vita in mezzo agli ufficiali; andava con loro al caffè, al teatro, e al passeggio sul corso di Torre Lunga, Dava loro delle lezioni sul modo di battersi, di tirare, di stare a cavallo, e guardava i borghesi dall'alto al basso.
Il quale sentendo Dante della Magna partirsi per soggiogarsi Italia, alla sua maestá in parte rebelle, e giá con potentissimo braccio tenere Brescia assediata, avvisando lui per molte ragioni dover essere vincitore; prese speranza con la sua forza e dalla sua giustizia di potere in Fiorenza tornare, comeché a lui la sentisse contraria.
Vedete il campo de' Francesi porre a sacco Brescia, poi che la ripiglia; e quasi a un tempo Felsina soccorre, e 'l campo ecclesiastico sgombiglia: e l'uno e l'altro poi nei luoghi bassi par si riduca del lito de Chiassi.
Parola Del Giorno
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