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Aggiornato: 14 maggio 2025


Questa volta il peso del trattenimento sarebbe stato condiviso da un collega del vecchio carbonaro, il quale, per aver esercitata parecchi anni la professione di organista nella cattedrale di Camerino, credeva di poter divertire il rispettabile pubblico, eseguendo sulla spinetta un Tantum ergo ed un Kyrie di sua composizione.

E al primo mio disir, nuovo disire, aggiunto ha dentr'al cor tua cortesia, che in le tue piagge eterno sia 'l mio albergo; e vorrei bel almen farmi sentire grata al tener della zampogna mia, ma a dir el ver tant'alto el suon non ergo. VII. Allo stesso

Così nella dura vita di quella popolazione montagnuola solo spiraglio d'ideale era la religione. Densi globi d'incenso salivano innanzi al tabernacolo d'argento. Cantavano il tantum ergo, inno di lode, dalle intonazioni gravi e melanconiche come tutti gli altri della chiesa.

PEDANTE. Il furto della figlia a chi «habet acetum in corde» importa l'onore. LARDONE. Lo star senza mangiare importa la vita, che è piú dell'onore: si può vivere senza l'onore, ma non senza mangiare. Da questo mondo non se ne ave altro se non quanto ne tiri con i denti. PEDANTE. Ergo, igitur, absque dubio, poco importa l'onore.

Fin qui la è storia conosciuta.... Sicuramente; interruppe il Giuliani; «immisit ergo Dominus Deus soporem in Adam: cumque obdormisset, tulit unam de costis eius, et replevit carnem pro ea

Voi frattanto, ser Notaro, registrate che lo imputato ha proposto di confessare, ergo le accuse sono vere. Questo è un passo ormai acquistato al processo, e non si cancella più. Dunque, figlio mio, dicevi?... La grazia, che domanderei, non è forse di quelle che immaginate voi... O dunque che cosa chiedi?

.... Che la vita, dico io, è un sogno, una allucinazione, che tutto è apparenza quaggiù, tanto che Pirrone dubitava perfino di esistere e lo avrebbe fatto crepar dalle risa il signor Cartesio colla sua goffa trovata de! «Cogito ergo sum». Siamo noi dunque così sicuri di pensare? Io per me, o signori, e, m'immagino, anche voi, ne dubito forte.

NARTICOFORO. Igitur, ergo, dunque col mio solo figliuolo si potevano far queste nozze? PANURGO. Voi non sapete che voglia inferire? NARTICOFORO. Nol posso ariolare, se non lo dite prima. PANURGO. Dico che mi dispiace che siate venuto in Napoli, non potendosi piú effettuare questo matrimonio. NARTICOFORO. La cagione?

Un debito di amicizia e di gratitudine mi aveva consigliato il giro largo a Segovia; ma dovevo correre a Siviglia per certi negozi, che non volevano indugio più lungo. Genuensis, ergo mercator; soggiunse egli sorridendo, per modo di conclusione. Sappiamo, sappiamo; disse il re, accennando una scranna, ed invitandolo con gesto benigno a sedergli vicino. E siete ritornato, e vi terremo, non è vero?

Scritta la lettera, Giacomino la collocò in luogo tale che il babbo al mattino la scorse prima di ogni altra cosa. Di fatto il babbo la scorse, la aprì, la lesse e riconobbe che il suo Giacomino ha cominciato a pensare. Ah, se il signor Antonio sapesse il latino, come si rallegrerebbe ripetendo il motto di Cartesio: cogito ergo sum, cioè non più Giacomino birichino, ma homo sum!

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