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La sera del 21 marzo, fermata una staffetta latrice di dispacci, tradotti questi dal tedesco si rilevò che recavano l'annuncio, essere partito da Verona un grosso convoglio di munizioni per fornirne Brescia e Milano.

Il giorno 16 il generale Lamarmora si recava a trovar Garibaldi a Nuvolento i due generali si stimavano a vicenda, e certo devono avere parlato sulle mosse ulteriori della guerra. Il 17 Garibaldi mandava a Turr che era a Brescia a curarsi la ferita la seguente lettera: Carissimo amico,

Papa Alessandro, rifuggito in Francia, era stato richiamato, e tornò a Roma aiutato dal re di Puglia Guglielmo I; a cui succedette Guglielmo II detto «il buono», contrario naturalmente, come tutti i predecessori, agli imperatori. Finalmente fece Federigo la sua quarta discesa per Val Camonica e Brescia, impedito che gli era il passo solito del Tirolo dalla lega veronese.

La via da Desenzano a Brescia non è lunga, e la rendeva anche più breve il viaggio in istrada ferrata, poichè da alcuni giorni quel tratto di ferrovia, rotto dagli Austriaci, era stato riparato dai nostri.

Primi versi. Invero, ch'egli amasse molto i versi e ne scrivesse fin dal tempo, nel quale sedeva ancora sui banchi della scuola, ce lo dice egli medesimo in un sermone giovanile diretto al suo compagno Giambattista Pagani di Brescia, onde rileviamo ch'egli prediligeva gi

Dove, morto giá Eugenio III ed Anastasio IV , pontificava Adriano IV, ma poteva il nuovo senato; e sott'esso quell'Arnaldo da Brescia, il condannato d'eresia, predicante per il senato contro al papa.

Assediò Brescia parecchi mesi, ma invano ; ed ebbe a satisfarsi di correr Lombardia e Piemonte, riaccostando a le cittá men forti o men costanti, e lo stesso marchese d'Este. Dicesi ne morisse di dolore il terribil papa Gregorio, e vacò poi la sede da due anni.

Nel 1794 i presidi di Brescia, di Bergamo e di Verona, erano sprovvisti di schioppi per armare le cerne pur allora arruolate, le quali abbisognavano di 2300 fucili e di 66 moschetti da cavalletto.

E però noi volentieri ci congratuliamo col signor dottore Sisto Tanfoglio dell'elogio letto da lui, sono tre anni, in un'adunanza dell'Istituto, e pubblicato ora colle stampe di Brescia. L'umile ma famoso monaco, di cui egli pigliò a parlare, meritava un encomio che fosse dettato dalla riverenza spontanea, non comandato dall'opportunitá di guadagnarsi un fautore.

Il vicepresidente Melzi avrebbe voluto destinarmi non a Como, ma in qualche altro dipartimento piú interessante, e probabilmente aveva fisso nell'animo quello del Mella, la cui capitale è Brescia. Ma le circostanze soprallegate fecero ch'io rimanessi nella mia prima adesione per il solo Lario in Como. Dopo circa un mese di sospensione, il vicepresidente, vedendomi costante, mi nominò per il Lario. Ma vari signori bresciani, mossi da propria opinione e probabilmente dal Governo istesso, mi fecero istanze assai lusinghevoli perché cangiassi di pensiero e accettassi il Mella, e tali furono le istanze che non senza imbarazzante difficolt