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Aggiornato: 13 luglio 2025
LIMERNO. Ed anco li quattro fa parerti otto. Ma dimmi: soni tu d'altro instrumento che di fiasco? MERLINO. Ecco lo sacco. LIMERNO. Per la croce di Dio! tu déi essere un boia. MERLINO. Che voi dir boia? LIMERNO. Un mastro di giustizia, al quale si dá per sua mercede tre libre di piccioli e un sacco. MERLINO. Ma non gli dánno però la piva drento. LIMERNO. Tu dunque vi tieni drento la piva?
VIGNAROLO. O Armellina cara, quanto ho desiderato vederti! prego il ciel che vi possa veder con un occhio, se non ho desiderato vederti! Vorrei che mi vedeste il cuore aperto, ché conoscessi quanto t'amo. ARMELLINA. Volesse il cielo, massime per mano del boia! VIGNAROLO. Lascia almen che ti baci in fronte come figlia. ARMELLINA. Basta la buona volontá; ma io vo' baciarti i piedi.
Le ossa stritolandosi stridono: schizzano dintorno sangue, lacerti di carne, e frantumi di costole: poi il boia si curva, e gli pone sotto il collo la mazza, sopra la fronte un piede, sopra il seno un ginocchio, e gli sbarra la pancia, dove, tuffando il braccio fino al gomito, lo ritrae imbrattato di sangue, con le viscere fumanti del giustiziato in mano, le quali mostrò al popolo urlando: Questa è la corata di Giacomo Cènci.
GERASTO. Or che diresti o faresti, se non avessi detto e fatto quel che hai fatto e detto? Io ti darò in mano della corte e del boia che ti facci dar di capo in un capestro, non senza le debite cerimonie prima, della mitra, dell'asino, della scopa, di fischi e riso di tutto il populo.
MANGONE. E se pur il mar ti rifiuta per un cattivo guadagno, un giorno i turchi ne faranno vendetta per me, ché sarai impalato. CAPITANO. Ed il boia la fará per me, ché sarai arrostito. MANGONE. Mi pensava aver fatto un gran guadagno, che cotal mercatante fusse venuto ad alloggiare in casa mia: bella mercanzia che hai portata in Napoli!
LARDONE. S'io dico sí, non farai tu, ma il boia, e tu vedrai. CAPPIO. Finiamola! In Surrento una vitella ha partorito una vitelluccia, e son due madri a lattarla. LARDONE. A queste figlianze diverrei compare io volentieri.
Oh ma senta, signor padrone, proruppe il servo con espressione assai risoluta, se è una vendetta incompiuta, un odio non soddisfatto, un insulto patito, quello che lo rende così triste, si ricordi ch'io sono sempre pronto a farmi fare in mille pezzi per lei, comandi, io non verrei meno di fronte a qualsiasi pericolo, fossa anche di provare al boia che so fare il suo mestiere.
Al fuoco non son pignate né spedi su le brage: i cuochi e guattari son scampati. BIRRI. Prendetelo e cercatelo bene.... Ha molti scudi; questi son nostri. BIRRI. Camina camina! LECCARDO. Dove mi strascinate? BIRRI. Al boia! LECCARDO. Nuova di beveraggio: che vuol il signor boia da me?
I valletti del boia sbigottiti stavano inerti, e l'ira strozzava il Luciani, che ormai balbutiva suoni indistinti.
¹⁸⁶ Villabianca, Diario, in Bibl., v. XIX, pp. 183-84. ¹⁸⁷ G. La Mantia, Libri da bruciarsi per mano del boia, appunti presi nell’Archivio di Stato di Palermo, filza 1316. E se questi libri si trovassero gi
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