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Aggiornato: 2 giugno 2025
Un grosso moscone volava su e giù, ronzando affannosamente e dando ad ogni tratto del capo nelle casseruole appese ai muri. Non vedevo nessuno. Il curato dorme ed io bevo. Venite a farmi compagnia. Era lo speziale, accovacciato e sepolto nell'ombra sotto la cappa immensa del camino. Mi avvidi subito ch'egli si era rifatto, colla bottiglia, delle noie e delle fatiche della giornata.
L'uomo e la ragione.... sono due cose!.... Io sono un povero diavolo, non sono un uomo io.... E qui dava in uno scroscio di risa. La fame.... cosa importa mai? è una brutta strega.... la fame! bisogna farla affogare in un tino di vin nuovo.... Anch'io fo così! quando ho fame, bevo.... Evviva la ragione!...
Ah, lo vedete? soggiunse il Picchiasodo, con aria di trionfo. State di buon animo, messere dell'archibugio. Levategli il farsetto; chiudete per bene le labbra della ferita; fasciatelo strettamente con questo pannilino; date un altro bicchiere al medico (grazie, mastro Bernardo; questo lo bevo alla salute di tutta la brigata), e sar
Amici, io bevo al ritorno di Ariberti, e alla distruzione dell'empia sètta. Meglio ancora che bere, sarebbe ammazzare il vitello grasso. Perchè? Si fa celia? È venuto il figliuol prodigo. Benissimo; lasciate allora che lo ammazzi suo padre. Ammazzarlo suo padre! Tu proponi un parricidio. No, parlo del vitello, bestia! Bella scoperta! Signori, il vitello è una bestia. Spiritoso!
Sono io che ti bevo e mangio tutta di baci minutissimi rapidissimi, Italia mia, donna-terra saporita, madre-amante, sorella-figlia, maestra d'ogni progresso e perfezione, poliamorosa incestuosa, santa infernale divina!
Io contemplo e tocco un poco ogni cosa, e bevo gli atomi che se ne distaccano. Non riesco a proibirmelo, ma... ti confesso che ne provo una importuna malinconia. Oggi, ho superato il ritegno... e sono contento d'essere venuto. È nel mio Ricovero, nel mio ospedale. Ed hai tanto aspettato a dirmelo?!
Almeno.... soggiunse dopo essersi guardato dattorno e aver veduto le facce rannuvolate de' suoi compagni, io lo bevo, e posso fare anche la parte degli altri. Vado subito; disse l'ostiere; e sar
Anch'esso il naufragato Esperta ha l'amarezza delle azzurre distese, Pure alla colma mano reca le labbra accese. Così bevo io l'onda del canto disperato.
Bravo Michele! Questo si chiama ragionare. Io bevo alla vostra salute. Ed io alla vostra. Datemi da bere. Non so, ma a parlare di quel marrano, mi si rimescola il sangue, e mi s'inaridisce la gola. Segno che si ha da bere! disse con aria grave il Garasso. E poi, come l'è andata?
Come se dal mio alvo fosse espresso il mondo è mio, sol perchè il vedo in sogno: quel che ho non curo, e quel ch’è incerto agogno, e mangio e bevo del mio sangue istesso. Delizia del cadere, e poi delizia del drizzarsi d’un balzo, senza chiedere aiuto: e non guardar che la mia fede, e portar dentro me la mia milizia!... E vado. Ad ogni membro ho qualche benda su qualche vecchia o giovine ferita.
Parola Del Giorno
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