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Aggiornato: 18 giugno 2025
Tina si alzò perchè il dialogo pareva finito. Il suo volto era tornato pallido. Betta dall'altra camera non aveva ancora fatto il più piccolo rumore. La piccina aveva ascoltato e capito tutto? Tina se lo chiese con un inquieto sentimento di vergogna come dianzi, quando voleva chiudere la porta. La brutalit
La sua casa non era molto lontana. Col cuore che le batteva spaventosamente per la fatica di fare le scale, si trovò fra le due porte aperte sul pianerottolo: Betta era di l
In questo modo il conto preventivo del bilancio domestico riusciva una vera derisione; era facile convincersi che conveniva meglio di fare il pranzo in famiglia, ma chi se ne sarebbe occupato? La Betta non aveva nessuna attitudine alla cucina, e nessuna economia, per cuocere due uova in tegame metteva doppio burro del necessario, e le serviva crude o bruciate.
Volete che io dica di sì? Tina mia! Ebbene... ma adesso non parlatemene più. Verso sera la signora Veronica uscì sul pianerottolo ad incontrare una signora, che saliva abbastanza lesta per le scale: si salutarono entrando senz'altro dalla porta di Tina. Anche la mamma, in agguato da parecchie ore, accorse; Tina invece era tornata presso Betta.
Il Brigadiere Noi due ci parlavamo, è vero; ma essa era dentro, ed io ero fuori! Il Commissario Essa, chi? Il Brigadiere Teresina. Il Commissario Il Brigadiere Io sono giovane... ella è giovane... siamo giovani tutti e due... Ci vedemmo, ci piacemmo, ci guardammo, ci parlammo, ci amammo. Betta Oh! questa è carina! Il brigadiere è il rivale di Cucù. Il Commissario
Metilde riceveva qualche visita, e suonava il pianoforte. La Betta correva su e giù per servire le signore, quando avevano bisogno di lei. Silvio attendeva ai suoi atti giudiziari, ed alle corrispondenze dei giornali; sollevato dell’obbligo della cucina avrebbe potuto lavorare più lungamente allo studio, ma voleva godersi un po’ di vacanza, e andava a fumare il sigaro a Santa Marta o alla Zuecca.
Bisogna sperare; il signore ci prova spesso prima di chiamarci; si deve però essere pronti ad accettare tutto ciò che egli vuole. La signora Veronica e la mamma si consultarono con uno sguardo: questa stava per piangere, l'altra le fece cenno di ritirarsi. Vieni via, Betta, si volse alla fanciulla, che appoggiata ai piedi del letto tirava per la coperta.
Tina andò dritta nell'altra camera della piccola Betta, che avendola riconosciuta si era messa a gridare. Eccomi, eccomi, Bettina. Ma questa invece di essere alzata, come aveva detto la mamma, era solamente seduta sul letticciuolo, affagottata in quel vestone rosso, che faceva sembrare anche più pallida la sua faccia gonfia e sformata dalla scrofola.
Siccome eran sopravvenuti altri dolori di ventre, la mamma, incolpandone prima il vino poi la frutta, le aveva fatto inghiottire un'oncia di olio di ricino, ma era stato peggio: quei sintomi avevano aumentato fra i sorrisi della signora Veronica e gli scherzi di Betta. Adesso per la strada era ripresa dalla stessa paura: dove? In qual casa volterebbe?
Quel giorno non si disse di più, ciascuno s’era fermato al punto scabroso; Metilde andò a vestirsi, sua madre e la Betta la assistevano con grande attenzione; e finalmente si udì un fruscio di vesti di seta, si vide un’ondeggiare di piume e di svolazzi, e le signore facendo un grazioso inchino al marito sbalordito, lo lasciarono con un palmo di naso, e andarono al passeggio sulla riva degli Schiavoni.
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