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Bisognava far tastar la famiglia, e in ispecie comare Betta; il curatolo faceva sempre il volere della moglie in tutto e per tutto: comare Santa ch'era stata tanto buona d'incaricarsi della prima commissione, si sarebbe potuta incaricare anche della seconda.

Metilde gli si avvicinò, gli appoggiò una mano sulla fronte, e piansero insieme. La signora Emilia si ritirava scuotendo la testa, mettendo in moto i ricciolini della fronte, e dimenando i fianchi in aria disinvolta, si affacciava alla finestra, e guardava se il macellaio aveva aperta la bottega, per mandare la Betta a far la spesa.

Tina si volse a guardarlo, poi udendo un piccolo passo all'uscio si levò sentoni. Sei tu, Betta? Invece di rispondere, la fanciulla sporse dalla porta il capo ravvolto nel solito fazzolettone. Vieni, vieni. Ma Tina si strinse con atto freddoloso la camicia sul petto dimagrato, cercando di sorridere alla piccola visitatrice incerta sulla porta.

La signora Veronica si strinse nelle spalle. Voi per Betta non vi troverete a questo. Non può vivere; non vedete com'è? Ma la signora Cesarina è una indegna: doveva almeno darvi tutti quegli otto franchi. Non ho osato insistere. Vi conosco. Qualche cosa caveremo dal curato; è un buon uomo, bisogna, chiamarlo. Ma è dunque la morte?

La signora Adelaide doveva aiutarla; la casa ove andavano era di gente ricca, una famiglia di beccai. Ti sei alzata ora? chiese Tina. , ma non ho voglia di star su. Sdraiati accanto a me. Betta le passò una mano sul viso: Sudi. Ho la febbre. La fanciulla non parve sorpresa; anch'ella di notte si sentiva spesso ardere e sudare, ma allora si assopiva invece di piangere.

La signora Veronica spianò colle mani l'ultime pieghe. A fare una cosetta per bene, disse lentamente, ci vorrebbe un modello. Il vestone, che Betta ha indosso, lo tagliai ad occhio e croce, ma questo, che dovrebbe servire per andare fuori qualche volta la domenica, bisognerebbe disegnarlo meglio, non vi pare, signora Adelaide?

Guglielmo Rhedy era nativo di Gressoney-la-Trinité, dove abitava una casa sulla sinistra del torrente Lys, poco più in basso del punto donde si dipartono le due strade del Col d’Ollen verso Alagna, e della Betta Forca verso la valle di Ajaz.

Betta entrò per la prima correndo al letto: Diglielo, diglielo, sussurrò rapidamente. Ma la signora Veronica, che teneva ripiegata la sottana sul braccio sinistro, con una grande forbice nella mano destra, non pareva alla faccia niente affatto contrariata. Prima di avvicinarsi al letto si fermò alla tavola per esaminare se vi fosse qualche macchia fresca. Bettina chiamò: Vieni qui, mamma.

Ella diceva così, e grassa, pesante com'era, quella minima distanza le sembrava un vero viaggio. Ma Betta aveva ricevuto queste insolite leccornie senza fiatare, dispettosa in cuor suo di capire che fossero dovute a qualche fortuna di Tina, la quale anch'essa l'aveva abbandonata con quell'ultima cattiva risposta.

Giunge a proposito. Dite che favorisca. La Guardia Betta Il Commissario Betta Si tratterebbe d’un furto commesso in casa nostra. Mi pare che m’hai scritto così. Ma come? Ma quando? Non capisco. In casa ho rovistato dappertutto, e non manca assolutamente nulla. Il Commissario Ah ? Assolutamente nulla? Il caso è davvero singolare.