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Aggiornato: 15 giugno 2025
E a proposito della balbuzie intempestiva del duca d'Eleda, nel gran caffè di Borghignano si raccontava certo fatterello piuttosto piccante. Un giorno, alla Camera, il duca d'Eleda doveva fare un lungo discorso sul nuovo trattato di commercio tra l'Italia e il Belgio. Il nome del relatore, nuovo alle battaglie parlamentari, la importanza della tornata, avevano popolata l'aula e le tribune.
Noto che in Europa i popoli i quali non fanno rivoluzioni a mano armata, l'Inghilterra, il Belgio, la Danimarca, la Svezia, l'Olanda, la Svizzera, sono i più liberi. A questo punto la signorina Mary, che con tanta foga e convinzione mi aveva riassunto le sue lezioni ed esposte le idee e le osservazioni di Jacolliot e di Jackson Davis, s'interruppe e mi guardò.
La faccendoneria che traspariva irrequieta nelle Tuileries, il disegno, portato in giro per le corti, di una grande unione doganale dei popoli latini, i maneggi odiosi che la Francia iniziò col Belgio e la Svizzera, erano cose che non potevano scemare la diffidenza delle corone. Il napoleonide era il nemico nato dei trattati del 1815, che, sia pure lacerati qua e l
A tempo per vedere il Belgio, violato e crocifisso, ergersi sulle vette della storia, nella più sublime delle immolazioni civili: l’Europa a fuoco e fiamme, le rovine al posto delle cattedrali, i cadaveri al posto delle seminagioni.
Imparò il giuoco della bazzica e del tresette, la dama, gli scacchi e da ultimo il tarocco; divenne prefettone del collegio e segretario intimo del rettore, che aveva portati dal Belgio tutti i perfezionamenti della scienza umana; ma, sentendosi chiamato alla vita del secolo, un bel giorno si valse della protezione di Ponzio Pilato per riferirgli in confidenza certi segreti dello stabilimento, ch'egli conosceva meglio d'ogni altro convittore.
E con Gigi parlava spesso di Bruno e gli faceva leggere le lettere di lui che giungevano con frequenza dalla Francia prima, poi dalla Germania, poi dal Belgio, e infine ancora dalla Francia. Ma veda come scrive benino! diceva. Segue tutti i miei consigli: si capisce che studia. Suo padre gli ha trovato finalmente maestri italiani; pare che suo padre si sia un po' calmato.
Dite ai Governi d'Europa: «Voi avete cancellato il vecchio Diritto Europeo, i Trattati del 1815, in Polonia, nel Belgio, in Oriente, per ogni dove. L'esperienza degli ultimi quarant'anni vi ha dimostrato e lo avete confessato più volte che non v'è pace possibile in Europa, se non accettando il principio che ogni Popolo assetti da per sè le proprie faccende interne. Ci apprestiamo a farlo.
Rosmunda! saltò su a gridare, non senza sbruffi, il marchese Tartaglia. Ah! l'avete pigliato proprio sul serio, il mio Alboino? chiese il Pietrasanta, voltandosi all'interruttore. Orbene, sì, Rosmunda, figlia di Cunimondo, re del Belgio, la quale poi volle un mal di morte a Percivalle Doria, per averle guastata la festa, e fu cagione che re Alboino lo cacciasse dalla sua corte.»
Molti figli di antiche case legittimiste di Francia e del Belgio servivano in questo esercito come ufficiali, o anche come semplici soldati a piedi. Loro colonnello era De Charette, discendente del famoso capitano della realista Vandea. Il corpo era in prevalenza formato da francesi e da belgi, e parlava francese.
In quell’ora, nel cuore di quegli uomini, si fissò, più che il presentimento, la certezza che l’Italia sarebbe entrata in guerra accanto al Belgio; e fu per quella voce. Ma Luigi Majno era gi
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