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Aggiornato: 13 giugno 2025
Non parlo del pugno, perchè non scrivo che per la gente educata, e fra essi il pugno non si chiude che rare volte e per batter sodo sopra il tavolino; come chi mette un punto d'esclamazione ad una frase energica, per esempio ad un Per Bacco o ad un Per Dio.
E in un batter d'occhio, e fracassi e suoni ed urli di caccia, tutto tutto ingoia un silenzio di morte. Atterrito il conte gira lo sguardo; dá fiato alla cornetta, e la cornetta non rende suono; mette un grido, e non ha piú sentore della propria voce; vibra la frusta, e la frusta non fischia; sprona l'un fianco e l'altro al destriero, né può cavalcare innanzi o retrocedere.
Certo l'eco della risata ha passato il muricciuolo ed è entrato in giardino, perchè lassù, sulla montagnuola, di mezzo alle foglie della vite ed ai grappoli immaturi, si affaccia una figurina gentile, e poi un'altra. Due esclamazioni di gioia, ed un replicato batter di palme e due voci amorose che gridano: «Donato! «Lo zio!
Il conte Jacopo era rimasto ad ascoltarlo, taciturno, immobile, senza batter palpebra, e Gino sperò di essere stato eloquente. Alla fine, il vecchio Malatesti parlò. Re! Un bel titolo, non lo nego, e val più che marchese. Ma son nobili, questi re? Padre mio! Vi assicuro....
Era un batter palmate sulla spalla con un «badiamo!» un far festa, con un «non ne potevo dubitare;» un far proteste di servizi futuri, portando la mano al petto; un accorto minacciar guai, masticando certe frasi smozzicate, che finivano poi con un «ma se lo dicevo io che gli amici son sempre amici!» un contegno da can cucciolo, con certi mastini che solevano mostrare i denti....
24 Volò in Sardigna in un batter di penne, e di Sardigna andò nel lito corso; e quindi sopra il mar la strada tenne, torcendo alquanto a man sinistra il morso. Ne le maremme all'ultimo ritenne de la ricca Provenza il leggier corso; dove seguì de l'ippogrifo quanto gli disse gi
Andarono da lui, direttamente, e in un batter d'occhio la signora Trebeschi-Monghisoni fu messa al corrente di tutti gli amori, di tutti i pasticci del figlio e del marito, ed anche della famosa cambialetta di tremila lire colla firma del signor Daniele. La firma di Daniele? Impossibile: non è capace, certo quello scellerato di Giacomo Giacomo! lui, giurerei, ha falsificata la firma. No.
Gli occhi di Fior d'oro, badando poco agli atti di Filippino, andavano spesso al marito, spiandone i moti e ricercandone l'animo; cosa facilissima, perchè egli non usava nascondersi mai. Così lo vide batter le labbra, leggendo, tentennare il capo, e finalmente richiuder la lettera con un atto di grande impazienza.
Battista, che aveva ascoltato colla sua aria da nesci, senza batter ciglio, fu rimandato a interrogare, tornò a riferire con aria, più da nesci di prima, che non si conosceva il nome del forestiero, ma che si sapeva che era un uomo solo col suo servitore. Meno male! disse Alberto. Possiamo sperare di salvarci dai pettegolezzi.
Alberto si precipitò dal biroccino. Cesare ne seguì l'esempio, abbandonando a sè il cavallo; corsero ambedue alla casa. Con mano convulsa il marito di Matilde aprì l'uscio di cui aveva seco la chiave, e su per le scale, in due salti fu alla soglia della camera da letto. Entrando vide in un batter d'occhio lo suocero disteso sul sof
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