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Aggiornato: 18 giugno 2025
Mi sembra di non aver potuto ancora ammirarlo a bastanza. Andiamo?
CRICCA. ... Vengo fuori per trovar altri birri, e per tutto Napoli non posso incontrarne un solo. E quando li fuggo l'incontro per ogni passo.... PANDOLFO. Lasciamo il ragionar de birri, ché ne hai detto a bastanza. CRICCA. ... Non potendo trovar birri, ritorno al luogo e veggio che colui che avea questo, era l'astrologo.... PANDOLFO. Che astrologo? di che parli tu?
Gli tremavano le mani sturando la boccetta, versando un po' del contenuto nella catinella con l'acqua, facendo una mistura a casaccio, rimestandola, aggiungendovi un po' di medicamento dell'altra boccettina quando gli era parso che il liquido non fosse denso a bastanza. Chi sa che intruglio ho fatto!...
Era peggio a bastanza; ma non sparliamo dei morti. E non diciamo male della Provvidenza, dissi io, ridendo, se no, don Luca si arrabbia!
Poi che preso a bastanza ebbon del piano, tornarsi incontra a tutta briglia ratti. Non van sì presti i razzi fuor di mano, ch'al tempo son de le allegrezze tratti, come andaron veloci i duo destrieri ad incontrare insieme i cavallieri.
FR. Lo dimostrano a bastanza le cose che vanno innanzi e quelle che seguitano. Imperocchè lo trovò separato da' suoi che andava co' buoi, e mostrògli lo splendore insolito a lui, e con grazia lo fece maravigliare di lei, fingendosi mortale, ed avendogli per molte ambagi narrata la sua genealogia, al fine lo tirò agli amorosi piaceri.
13 E se spirto a bastanza avrò nel petto ch'io il possa dir (ma del contrario temo), io ti farò veder ch'in ogni effetto scelerata è costei più ch'in estremo. Io ebbi gi
Marfisa era filosofa a bastanza perché quel titol non le desse pena, ma il parlar del pagan senza creanza di pregiudizio alquanto l'avvelena; e disse: Non è molto bella usanza in faccia ad un francese giunto appena il dir ch'è una bagascia a dirittura una sua dama, e sol per congettura.
Mi sono ora espresso a bastanza chiaro, perchè non possa più esser frainteso allorchè parlo di persone vive, e perchè non abbia a sentirmi attribuire la sciocchezza che unicamente le persone materiali, esteriori debbano in arte stimarsi vive? Mi pare di sì. Ed ora eccoci a un ultimo equivoco. Io le ho detto: l'Arte agonizza perchè la riflessione e la scienza la uccidono.
Per la Lea, in un altro prologo a bastanza originale, che mette in scena parecchie macchiette di avventori del caffè del Teatro Manzoni di Milano una specialmente caratteristica, quella di Fulvio, ameno e onesto boème a cui tanti vogliono bene, autore di libretti melodrammatici, sempre in cerca di cinque franchi o di un francobollo che gli fa più comodo invece d'un sigaro che gli viene offerto il Cavallotti che ha profuso prologhi in azione o in versi, per la Lea dunque fa dire e dice: FULVIO.
Parola Del Giorno
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