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Aggiornato: 4 giugno 2025
Ad un tratto Vanardi e Borgetti, che aspettavano sempre nel salotto della banca, videro aprirsi con impeto l'uscio del gabinetto del signor Bancone ed entrare sollecito con aria di assai premuroso interesse il signor Gustavo Pannini.
E gettata la carta sul naso del domestico, gli additò con atto imponente la porta per cui il mal capitato s'affrettò ad uscire. Bancone soffiò come una foca incollerita.
Con pari stupore quest'ultimo si vide innanzi il suo pigionante; ma l'uno e l'altro si limitarono ad esprimere la loro meraviglia con un atto onde accompagnarono il lieve saluto che fu tra loro scambiato. C'è il signor Bancone? domandò il nuovo venuto. Pel momento no: rispose Pannini; e se posso io servirla in alcuna cosa. Desidererei parlare proprio col signor Bancone.
Biale? esclamò Antonio. Oh bella! Questa figliuola di cui parli ha essa per madrina una vecchia marchesa? Giusto! La marchesa di Campidoro. Ed ha sposato un tale che è segretario d'un banchiere.... Bravo! Pannini, segretario di Bancone.... Tu dunque la conosci questa famiglia? Io no. Ne ho sentito parlare son pochi minuti nella spezieria di messer Agapito, da una cameriera della marchesa.
Così pur sia! E intanto ora quali sono le tue istruzioni? fermarsi non è vero? No: rispose colla medesima eccitazione Gustavo. Non ti ho io detto di voler proprio tentare un colpo decisivo? Compra ancora, compra sempre. Diavolo! diavolo! Esiti? Se la ti va male, come farai per pagare? Bancone mi ci aiuter
Il capitano e la sua figliuola presero il maggior interesse pel povero pittore; e l'intesa fu che Selva mandasse egli stesso poi il suo raccomandato agli uffici del signor Bancone con un suo biglietto per Pannini, al quale la mattina seguente il suocero e la moglie parlerebbero con tutto calore in pro' di quell'infelice.
Lo Sciampagna tornò a spumeggiare nelle coppe, e Lombrichi, inumiditosi le labbra e la gola, incominciò: Un giorno il nostro caro ed illustre ospite fu ad assistere alla distribuzione dei premi delle allieve della scuola di ballo... È una funzione a cui non manco mai: interruppe Bancone stuzzicandosi i denti con un piumino d'oca appuntato.
Gustavo, abbacchiato dalla ricchezza, riconoscente al suo principale di quella preferenza che mostra per lui, crede in buona fede al merito d'un uomo che ha saputo guadagnare sì splendida fortuna; il dottor Lombrichi, tutto miele per tutti i ricchi, non ha che parole di complimento per chi gli reca o può recare quandocchessia alcun vantaggio e presenta ad ogni beniamino della sorte un bel sorriso cordiale sulla sua faccia fresca e rosata dai baffi incerati, dal pizzo ben ravviato e dai denti candidissimi; ma talvolta ascoltando le superbe grullaggini di Bancone, quando questi non vede, quel suo sorriso prende una tinta d'ironia che ben mostra com'egli apprezzi i talenti, la dottrina e l'educazione di quel fastoso rincivilito.
Eh! disse con qualche impazienza il capitano: è quasi mezz'ora che sta qui sotto ad aspettare. Gustavo trasse fuori il suo ricco orologio. Cospetto! è tardi. Ho promesso al signor Bancone di andar presto a fare la sua partita. Addio, Lisa; buona sera, pap
Allora s'accomodi costì nel salotto, che il signor Bancone non tarder
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