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Aggiornato: 25 maggio 2025
Nicla non gli aveva detto nulla allora, ma egli aveva capito ch'era offesa, perchè aveva voluto baciarla come le ragazze di Parigi, che si rotolavan con lui sul divano. E si levò repentinamente, affannato e sospettoso. Come? disse. Voleva baciarti dietro le orecchie? Sei pazzo? esclamò Nicla arrossendo. Chi ti ha detto mai questo?
VIGNAROLO. O Armellina cara, quanto ho desiderato vederti! prego il ciel che vi possa veder con un occhio, se non ho desiderato vederti! Vorrei che mi vedeste il cuore aperto, ché conoscessi quanto t'amo. ARMELLINA. Volesse il cielo, massime per mano del boia! VIGNAROLO. Lascia almen che ti baci in fronte come figlia. ARMELLINA. Basta la buona volontá; ma io vo' baciarti i piedi.
Allorchè furono alla stazione, ed egli stava per salire sul treno, la donna seguitò a bassa voce: Desidero baciarti. Si guardò intorno; la stazione era popolata di villeggianti in attesa del treno che doveva giungere da Milano. È impossibile! disse. E con voce in cui era tutto lo schianto d'un'anima, soggiunse: Addio, Brunello; addio, bambino caro; addio, passione; piccolo fauno impertinente!
Pur, mentre impreca e sogghignando nega, Angiol ribelle, il cor, Mite una voce dal profondo prega: Amore, amor!... Vedova triste che silente stai Nel tuo gramo tugurio affumicato, E cuci, e cuci, e non riposi mai Presso il letto del tuo figlio malato; Che su la faccia scolorita e mesta D’un antico dolor serbi le impronte, E sei tanto infelice e tanto onesta, Vedi, vorrei baciarti sulla fronte.
Facetis manum, brigata. Mai piú fu detto. GHERARDO. Quella crudelina, traditorina di tua figliana... SPELA. Questa non sará febbre, ma scemamento di cervello. Ohu! Povero a me! come farò? GHERARDO. O Clemenzia, mi vien voglia d'abracciarti e di baciarti mille volte. SPELA. Qui bisognaranno le funi, dissi ben io.
La mamma mi raccontò che quella sgraziata aveva una matrigna che la trattava a busse e le faceva soffrire la fame. O mamma, quanto avrei voluto baciarti: mi riconciliai con tutto, con tutti, volli fugare i miei fantasmi di dolori, volli che tu fossi il mio tutto.
Vederti, baciarti, stringerti, accarezzarti, tormento, tortura, veleno! Mabima, gli odori della tua carne azzannano la mia carne! Mabima, ti voglio! Mabima, non dimenticare la tua promessa! agitatissima. Quale promessa? Qui, qui, su questa bocca mia, fra queste mie braccia, tu, tu, Mabima, mi hai promesso di essere la mia sposa! Non sono dunque più il tuo poeta... il dolce poeta di Fusah?...
Parola Del Giorno
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