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Aggiornato: 14 maggio 2025


In ripa a quello, a una fresca ombra e bella, trovar dui cavallieri e una donzella. 65 Or l'alta fantasia, ch'un sentier solo non vuol ch'i'segua ognor, quindi mi guida, e mi ritorna ove il moresco stuolo assorda di rumor Francia e di grida, d'intorno il padiglione ove il figliuolo del re Troiano il santo Impero sfida, e Rodomonte audace se gli vanta arder Parigi e spianar Roma santa.

fra i tuoni del ciel, fra le terrene Voci, fra gli urli de i Demon frementi Onde le selve intorno, onde l'arene, Onde i monti tremar, l'arme possenti AMEDEO move, e non men fier sen viene Che quando assorda al suo cader le genti Precipitato da l'orribil sponda L'Etiopo mar, che poi l'Egitto inonda.

Amico della pace, è vero, io sono, e me ne vanto. Comunque, una vittoria sui mercenari del dispotismo, è una gran bella cosa! La campagna è cospersa di membra; le zolle sono vermiglie di sangue, le grida dei feriti ed il rantolo dei morenti vi assorda. I cadaveri insepolti, o coperti da strato insufficiente, appestano l'aria, ed il morbo uccide popolazioni intiere. Meglio sarebbe un banchetto fratellevole. Ma chi la corregge questa stirpe di Caino? Non ha dessa i suoi culti alle sue divinit

56 L'alto rumor de le sonore trombe, de' timpani e de' barbari stromenti, giunti al continuo suon d'archi, di frombe, di machine, di ruote e di tormenti; e quel di che più par che 'l ciel ribombe, gridi, tumulti, gemiti e lamenti; rendeno un alto suon ch'a quel s'accorda, con che i vicin, cadendo, il Nilo assorda.

Non vi sarebbe più confusione, s'a Damasco il soldan desse l'assalto. Un muover d'arme, un correr di persone, e di talacimanni un gridar d'alto, e di tamburi un suon misto e di trombe il mondo assorda, e 'l ciel par ne rimbombe. 8 Ma voglio a un'altra volta differire a ricontar ciò che di questo avenne.

20 Percuote il sole ardente il vicin colle; e del calor che si riflette a dietro, in modo l'aria e l'arena ne bolle, che saria troppo a far liquido il vetro. Stassi cheto ogni augello all'ombra molle: sol la cicala col noioso metro fra i densi rami del fronzuto stelo le valli e i monti assorda, e il mare e il cielo.

S'ode un bisbiglio; al fiero assalto muovono Gli ardui congegni; al ciel stridono; imbianca Ogni volto; tentenna in su l'aërea Reggia il Guerrier, piega da destra a manca; Piega, balena; con fragor terribile, Che il cielo assorda, ed ogni cor disfranca, Cade, non gi

Antonio sottopose le spalle alla cassa armonica, infilò le cinghie, a cui è raccomandata, tolse in mano il cavalletto, e trasformato in Orfeo, andò a spargere i suoni e l'allegria per le strade di Milano. Intanto che egli fa i primi esperimenti della nuova arte, vediamo ciò che succede in un'osteria situata sul corso di Porta Comasina. I bevitori vi sono in gran numero, vuotano bicchieri a profusione, giuocano alle carte e alla mora, e fanno un baccano che assorda il luogo, contaminato da un fumo denso e pestifero di tabacco. Sieno pure i tempi infelici e caro fin che si vuole il vino, ma gli ubbriaconi trovano sempre il modo di soddisfare il vizio. In una stanza appartata siedono ad una tavola due personaggi con davanti un gran fiasco di vino, un piatto di salame, un pollo arrosto, un pezzo di torta, ed altre squisitezze gastronomiche. L'uno è Tribolo, e l'altro il ricco bottegajo, che celebrano la buona riuscita della loro impresa. Tribolo ha l'aria gioiosa e trionfante di chi ha riportato una vittoria. Egli mangia con tanto appetito e gradimento, che è un piacere a vederlo. Fra un boccone e l'altro mostra dello spirito, e dice una barzelletta allusiva alla prossima felicit

L'amore di questi due figliuoli continuava a essere la cosa più semplice del mondo: e beati loro che non avevano ancora imparata l'arte inutile di complicarlo. Essi avrebbero potuto dimostrare che vero e unico creatore di bene è l'affetto, l'affetto naturale che scorre quieto, ma inesauribile, a portare i freschi ruscelli della vita, mentre la passione o è fiamma che dissecca o è un torrentaccio rovinoso che assorda, strascina, devasta; ma per dimostrar questa verit

Era il colombo che trova deserto il nido, e va di fronda in fronda e plora e chiede i figli; era l'allodola abbandonata che piange la solitudine, e assorda di lamenti il bosco e la campagna.

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