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Aggiornato: 12 giugno 2025


In Roma pure non se ne parla, è vero: ma chi riesce a penetrare nei reconditi recessi di quei pandemoni, che si chiamano claustri, seminari, conventi? in quei covili ove un'assoluta reclusione isola l'individuo dall'umana famiglia, ove l'essere maschio o femmina che appartiene alla confraternita è legato da giuramenti tremendi ed appartato per sempre dal consorzio del resto degli uomini: massime se vi sia sospetto ch'egli non sia intieramente corpo ed anima consacrato all'istituzione ove il despotismo è assoluto, irresponsabile, potente!

Signore, avreste voi per avventura un terreno meno assoluto sul quale potessimo impegnare un negoziato più logico? Signore, io non sono mica diplomatico, e perciò non negozio. Vi dovevo una risposta dalla parte di mia cugina, ed una spiegazione da parte mia. Ve le porto.

Garibaldi non si mosse. Per un istante, peraltro, vagheggiò il pensiero di valicare l'Apennino. Si ritrae da un telegramma del La Cecilia al Montanelli, fatto lo stesso di 30, che dice: «Garibaldi parte domani per Lombardia. Occorrono domani vesti e armi per il primo corpo di volontari che parte per Lombardia». Il Notary, alla sua volta, ne avvisava il Guerrazzi: «Garibaldi vuol partire col primo treno per la via di Parma. Istruzioni subito. In Genova sono a sua disposizione denari e uomini, che lo raggiungeranno per terra». Silenzio assoluto da parte del Montanelli e del Guerrazzi per tutta la giornata: in quella seguente, non al La Cecilia, ma all'Isolani, il Montanelli telegrafava: «Farai sapere che domani» (primo di novembre) «nel Consiglio ci occuperemo dei provvedimenti richiesti per cooperare alla guerra d'indipendenza. Dio voglia che le notizie della Lombardia siano vere». L'Isolani, non sapendo come uscirne, ricorse al Guerrazzi. «Gli uomini di Garibaldi», son sue parole, «chiedono di essere armati ed equipaggiati a spese dello Stato, per marciare in Lombardia. Qual'è la volont

Tocca a voi, signore, continuò impavido Roberto, a far allontanare, e per sempre, da Napoli la donna, che con le sue male arti mette in pericolo i giorni di una cara, innocente giovinetta.... E chi mi può dar questo potere? La legge, signore: la legge, che concede al marito un assoluto dominio su la moglie.... Si tratta, dunque, di mia moglie?

Ma quel dominio assoluto e libero e puro, quella ignoranza altera di tutto ciò che non fosse semplice e casto come esse, le cresceva in una nobile fierezza, in una limitazione regale di idee e di affetti.

Assoluta quiete, assoluto riposo, venne a raccomandarmi il dottore prima di licenziarsi. Nulla, presso l'infermo, che possa turbarlo. Sar

Avrebbe assoluto Roberto, se avesse avuto la certezza di far dispetto al presidente, che, secondo lui, col dar cattive informazioni sul suo conto, gli aveva impedito d'esser promosso. Il più giovane e il più dotto magistrato, di cui gi

Voglio il silenzio. Un silenzio assoluto. Ho visto, ho visto grandi cose. Ho visto i grandi italiani come gattacci imprigionare in una trappola di montagne mille le mille e mille e mille e cento volte mille brutti topacci austriaci che avevano rubato tutto il formaggio... Ma la stanchezza lo vinse.

Non sei fatto per una posizione subalterna diceva l'ottimo Selmi e nemmeno per dividere il comando con altri. Tu devi essere il padrone assoluto. Se ci lasci, abbiamo il conforto che non vai che a pochi chilometri di qui.

Sa dominare la sua collera: ma non se ne cura sempre. È ambizioso, ma con grandezza e pazienza. Amministratore poco pratico, ma perseverante, assoluto, conscienzioso. Ha aria calma e severa, la parola corta; è incapace di transigere, perchè fatalista; sdegna la collera del popolo: è audace, perchè intrepido.... Il barone Ricasoli è un ammirabile strumento di governo nei tempi difficili.

Parola Del Giorno

s'alceste

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