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Ella si presentò al palazzo dell'ambasciata alle dieci. Le si domandò cosa chiedesse. Parlare al signor ambasciatore. Sua Eccellenza è uscita a cavallo, rispose il lacchè. Aspetterò. Se è per affari dell'ambasciata, bisogna rivolgersi alla segreteria, al pian terreno, a sinistra. Mi occorre di parlare direttamente e personalmente al principe.

Egli fece un moto di dispetto. Come gli appariva meschina quella donna, che non sapeva altro che annoiarlo, vegliarlo come un aguzzino, senza sperar neppure di giungere a farsi amare! Non voglio che tu mi accompagni. Vado alla Banca Romana e alla Camera. Ti aspetterò in carrozza.

Aspetterò.... oggi stesso, ripeteva Cristina. Ma ella aggiunse con molta malignit

Se così fosse!... Oh!... quale ebbrezza, nel vederla morta ai miei piedi in un lago di sangue. La vedrai morta, padrona. Rimani adunque, pazienta ancora alcune ore. E sia, aspetterò la mezzanotte, L'ora sar

Io ti aspetterò sempre. Sta lontano dai pericoli, dall'acqua, dalle vetture, dai cavalli. Voglio che tu sia savio e bello, come quando andavamo a vedere il tramonto e tu ascoltavi la poesia, e poi giocavamo al cavallo e al bastimento. Mandami presto tue notizie, per sapere dove sei....» S'interruppe: aveva udito qualcuno rasentar l'uscio; nascose la lettera e si mise in ascolto.

Mi dorrebbe molto, caro Weill-Myot, avervi disturbato, replicò la principessa col tuono più vellutato della sua voce. Ella incominciava i primi attacchi, e con strategica finissima, per vincere la sua battaglia. Tornate a mangiare... vi aspetterò qui se volete.... Non mi riguardate come un'intrusa, o come una importuna.... Trattatemi con la familiarit

PANURGO. Ma avertite che non intende molto bene: bisogna alzar la voce ragionando con lui. GERASTO. Farò come volete. Ma bisogna aver alcuni con me, che bisognando lo ligassero. Trattenetelo un poco, ch'or ora serò qui. PANURGO. Gentiluomo, Gerasto è andato a tor i trenta scudi, che non se gli trovava adosso; or será qui. FACIO. Aspetterò quanto volete, non ho fretta. PANURGO. Ma eccolo.

Una volta fra noi non ci tradivamo. Aspetterò... spererò... soffrirò in silenzio; ma deh! Marzio, torna presto se vuoi trovarmi vivo... ho fame... ho freddo... la sete mi consuma.

Eccovi la mia risposta all'illustrissimo Doge e al nobil comune di Genova; diss'egli frattanto. Aspetterò la guerra in quel giorno che mi è stato indicato; non posso desiderarla prima, perchè non la ho provocata e aspetto ancora che vogliano i miei nemici tornare a più miti consigli. Comunque sia, messer Pietro Fregoso, io vi prego di render grazie in mio nome al Doge vostro cugino, che tanto ha fatto stima di me e di tanto ha cresciuto la solennit

È vero... è vero... Mi pianta sempre così sola... Riponete pure quella droga... Non voglio attossicarmi... Aspetterò a bere che Grisostomo sia tornato e mi dica lui come debbo fare... Ah! è una gran brutta vita la mia!... Povera donna!... In mano d'una gentaglia... Non ho una persona a cui fidarmi... E quella senzacuore di mia figlioccia che non si lascia mai vedere!... Tutti mi fuggono... Mi vedono malata da morirne... Ho proprio assai male, sapete... E il dottore?