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Aggiornato: 22 giugno 2025
Donato, col capo curvo sul petto, sembra estraneo a quanto succede tutt'intorno, ed il signor Asdrubale, dopo essere stato un pezzo in silenzio, si decide a rammentare la sua presenza con un sospirone lungo lungo. Lo studente si scuote, si leva in piedi, e come colto da un improvviso pensiero, ricade sulla seggiola balbettando: «Sono agli ordini suoi.
Donato guarda attorno ansiosamente, non badando al signor Asdrubale, il quale per la ventesima volta ripete: «Ah! triste cosa il giuoco, non è contento chi perde, e non è nemmeno contento chi vince... Creda... Il cameriere arriva, Donato scatta in piedi senza dir parola, afferra il biglietto ed infila l'uscio che gli sta in faccia.
Ma il signor Asdrubale non sembra avvedersi di quei modi nè di quell'accento, afferra il giovine per la falda dell'abito e lo costringe a sedersi, picchiando sul tavolino coll'altra mano per chiamare un cameriere.
Il signor Asdrubale non lascia il suo giovine amico, lo tira con lieve violenza in disparte, sorridendogli sempre e guardandolo con sguardo d'amore, e finalmente gli dice: «Ella voleva giocare, dica il vero; tanto io son pratico di queste faccende, ne avevo quasi un sospetto e per questo sono venuto, glielo dico schietto, perchè, via, se ella ha da giocare ancora, non vedo perchè abbia da farmi torto.
È la notte di Gesù piccino. La vecchia guarda mestissima il marchese Asdrubale.... È l'ora delle gioie di Natale. E la badessa donna Maria Ines di Santa Radegonda racconta la sua amorosa gloria di mamma, quando le era nato quel bambino biondo, come quello del Signore. E il cardinale Don Apollonio di Santa Prisca racconta la sua tranquilla felicit
Finalmente apre l'occhio, e sghignazza forte; Donato, che si è fatto rosso fino alle orecchie, ora ripiglia animo e trova gusto in quelle allusioni. «Ecco fatto, dice il signor Asdrubale, piegando l'obbligazione e mettendola in fascio con un mucchio di carte, non era più difficile di così.
Pure il bisogno di togliersi la seccatura del suo compagno ha preso a poco a poco il carattere di mania; cominciano a venirgli alcune idee di evasioni impossibili; pensa al conte di Montecristo, una delle poche reminiscenze romantiche della sua vita numerica; si guarda intorno cercando uno scampo; fa disegni insensati; fugge in cento mila modi, e invano, chè il signor Asdrubale gli è sempre alle calcagna come un'ombra.
«Sissignore, per tutti, soggiunge costui, e prima di tutti per lei... poi per Martino Bruscoli, idest per la signorina Costanza, e in fine per il signor Asdrubale suo umilissimo servitore. Badi un po' quanto la sua vita è preziosa: morendo lei, l'eredit
Il signor Asdrubale non dice più parola, piglia il mazzo, lo mesce ancora e sembra concentrarsi tutto in quest'operazione; quando ha finito presenta le carte all'avversario perchè tagli, poi ne estrae una che deve decidere del gioco: «Fante di picche!
A Donato vengono in mente mille idee in un punto solo. Come mai il signor Asdrubale si trova nella casa da giuoco? E che gli vuole? E perchè lo trattiene? Lo ha dunque spiato? Ha forse avuto incarico di stargli alle costole per impedire una ricaduta? Oppure la cosa è men bella, ma più verisimile oppure il signor Asdrubale bazzica nelle case da gioco per ragioni di mestiere? Or gli torna in mente più vivo il negozio stretto poche ore prima; rif
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