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Aggiornato: 28 giugno 2025
Ella ascoltava le parole di Fulvio. Sentite. Io debbo parlarvi. Debbo dirvi delle cose gravissime. Non m'interrompete, Paola, ve ne prego, Ascoltate: ho da dirvi, da dirvi, tante cose. Ma le dico presto, non dubitate. Ora non posso dirle. Vi è gente di l
Di prediche facevano una gora, ché non eran temute né ascoltate. Erano giunte alla sezza malora le faccende del prete o vuoi del frate; gente ridotta quasi a un sorpassare, per non perdere il ius del confessare.
NEPITA. Padrona, di grazia, ascoltate, ché certo sará altro di quel che pensate. SANTINA. Ragiona presto, finiamola: ti vo' dar questa sodisfazione prima che facci la festa di fatti tuoi. GERASTO. Sappi per certo, moglie mia cara, ch'io son stato innamorato di Fioretta, e per dirtelo chiaro, arei pagato la robba, i figli e la vita, per godermi una volta lei,...
O soprana bontá, quanti sono i favori che oggi tu mi concedi! dolevami di aver una femina, poi di averla perduta; or ho una figlia e un nipote di lei. Mi par mille anni di riveder l'una e l'altro, ché, dubitando di non averla a veder in eterno, sto con uno accesissimo desiderio di rivederla. DULONE. Ascoltate tutta l'ambasciata. ARREOTIMO. Non posso ascoltare, vieni ché me la dirai poi dentro.
Accetto tutto da prima e senza discussione. Quale guarentegia mi date voi? Quella che meglio vi conviene. Allora, ascoltate. Voi otterrete dalla polizia che cessi dal vessarmi e dal tenermi sotto la sua mano in un vita senza domani. Io ho bisogno di pace, di sicurezza, di stabilit
Assumendo quindi un contegno assai grave si volse allo sconosciuto e rispose: Voi mi parlaste franco, o signore, e voglio credere anche seriamente, permettete che ancor io faccia lo stesso: ascoltate. «Due anni or sono, colpita da improvviso malore, io perdeva mia madre.
Meno che mai. Ascoltate. Due mesi addietro.... Una storia troppo vecchia. Non tanto come i tuoi epigrammi. Dicevo dunque che due mesi fa, una bella sera, mi trovavo al teatro. Ho gi
E se proprio in quel punto i vostri compagni vi chiamano, v'implorano, per finir la partita cominciata, non gli ascoltate più, non intendete ragioni, non conoscete più nessuno: il tiranno della fame vi domina, vi opprime, vi costringe a mangiare. E siete talvolta sì affamati, che piangete d'ogni piccolo indugio.
Ma voi siete il depositario di tante indiscrezioni, di tante rivelazioni; voi ascoltate tutti i gridi delle coscienze ulcerate o dubbie; voi sorprendete, senza ch'altri lo immagini, tanti pensieri sprofondati nelle sentine dei cuori; voi analizzate tanti fatti che, dai briccioli di tutti codesti echi, potete costruire l'edifizio di cui ho d'uopo per dar la scalata alla sorte.
Ascoltate, signor capitano, due parole all'orecchio. CAPITANO. ¡Valame Dios! clerigo sois. Dejadle, dejadle.
Parola Del Giorno
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