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Aggiornato: 28 giugno 2025
Non vi dovete offendere se vi desidero; ascoltate bene quel che dico: non vi dovete offendere se vi desidero, perchè nel mio desiderio c’è anche un poco di tristezza. La tristezza di sapere che non intenderete mai, mai, come si possa desiderare una donna, proprio coi sensi, e ciò senza offenderla. No, forse non intenderete mai.
Quegli si smarriva negli occhi, borbogliava sordamente, dicendo: Niente! e cominciava però a contorcersi. Messer Ildebrandino, prese a dire il nipote: debbo annunziarvi che il vescovo di Saluzzo.... Non mi ascoltate? Non lo ascoltava davvero. Debbo annunziarvi che il vescovo di Saluzzo.... Svegliatevi!... Ma, ma, zio! Che avete?... Non posso pregare per voi, mi spiace.... Svegliatevi!
Monsignore, al disopra del ministro vi è il re. No, bimbo mio, al disotto, brontolò il vescovo scrollando la testa; il re non governa, prega. Don Diego salutò ed uscì. Monsignor Laudisio lo fece chiamare. Don Diego ritornò. Ascoltate, disse Monsignore, io non voglio spezzare la zattera sotto i piedi un naufrago senza offrirgli una tavola. Codesta tavola, eccola qui. Voi siete stato carbonaro.
A un certo punto questa s'attaccò al braccio di Sappia e lo condusse nella strombatura d'una finestra. Ascoltate gli disse. L'altra sera in teatro non potevo dirvi chiaramente quello che mi preme di dirvi ora. Voi, per mia sventura, mi avete conosciuta a Parigi in un luogo dove, Dio mi è testimonio, io c'era andata due o tre sole volte... per ragioni che se le sapeste mi compatireste assai...
Che? partite anche voi? Ah! per bacco, sì! sclamò don Gabriele, e cominciò a zufolare il ritornello di una canzone napolitana in voga: «Napole bello mio!».... Il gesuita restò pensieroso un momento, poi riprese: Vorreste rendermi un servigio? Due, tre, e tutta la mezza dozzina, se posso farvi piacere. Ascoltate. Io ho una lettera da mandare ad uno dei miei amici del Gesù Nuovo.
E se i cattivi ponessero, per ritornare al bene, la più piccola parte dello studio che fanno per camminare spediti nella via del male, le ragioni del serpente non sarebbero ancora così spesso ascoltate; e l'animo sarebbe pago di quel conforto che viene dalla sperienza della virtù.
Orsú, lasciate l'odio e lo sdegno da parte, ascoltate le mie ragioni, che vedrete che non ha amor cosa né piú soave né piú degna di me. Dite, di grazia, che cosa è amore?
Voi credete, cavalieri? riprende il primo interlocutore. Ascoltate allora. Questo manipolo di frati tirò dritto alla chiesa.
In voi, giovani, riviviamo talvolta, in voi vediamo riflessi i nostri antichi dolori, in voi ripetuti i nostri disinganni, le nostre agonie. Perchè non cercheremmo di mettere la nostra esperienza a servizio della vostra spensierata fiducia? Perchè non ci adopreremmo a farvi più lieti, che a noi non sia stato consentito di essere? Voi mi ascoltate; è buon segno.
Parola Del Giorno
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