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Aggiornato: 20 luglio 2025


Era vecchiotto, ma era sano e arzillo, e scegliendosi una sposa povera o appena agiata, avrebbe potuto coi suoi milioni gettati sulla bilancia del matrimonio far equilibrio alla giovinezza e alla bellezza di una fanciulla, che gli fosse piaciuta. Ed egli si era innamorato di Emma.

Eccellenza, vi bacio la mano, conchiuse con enfasi l'oste arzillo. In questo mezzo, la fanciulla apparecchiò la mensa sotto la pergola e l'oste ci cosse una frittata. Rimirai lunga fiata, mentr'ella ci mesceva il vino, le sue piccole mani vellutate e nitide come quelle d'una duchessa.

Che cosa era accaduto durante la giornata al dottor Maggioli? Qualcosa di lieto certamente, perchè in quella sera lo vedemmo entrare in salotto così arzillo e così allegro da irradiare il suo buon umore su tutte le persone col

Egli era un ometto, così; bello, brutto, fra i cinquanta e i sessant'anni, grassottello e nello stesso tempo arzillo e svelto come un pesce; il che implica una certa contraddizione, che invece non esiste. O se la esiste, si può dire che questa contraddizione fisica sia appunto la caratteristica del nuovo personaggio.

Allora l'Alemanno si fece innanzi, tenuto per la mano dal suo generale; che vecchio ed arzillo, somigliava ad uno sparviero un po' spennacchiato, che si volesse divorare la colombella che aveva in faccia. Il fidanzato, ricuperata intera la sanit

Il cocchiere dall'antica livrea non era l'impettito auriga superbo, arcigno, pretenzioso, che anticipa dalla cassetta le borie di chi sta in carrozza; ma invece era un vecchietto gaio, lindo, arzillo, il quale aveva servito alle nozze del conte Giovanni e veduta nascere Maria.

«Possono bastaredegnò di dire lo scaltro ci proveremo...: un momento e sono con voi....» E messa la testa nella capanna, udito che il pievano dormiva della migliore, tolse l'aspersorio, e il breviario, se li cacciò sotto il giubbone, poi data un'occhiata alla giumenta se fosse legata per bene, arzillo e gaio, disse al villano: «andiamo

Un tifo famoso, fino alla terza settima; invece di andare all'altro mondo, come sembrava disposto a fare, Giusto aveva cominciato a guarire: in venti giorni eccolo ... in piedi, arzillo... dimagrato, ma appena appena.

La signora sborsa e va via contenta, più che se avesse comprato una coppa di Benvenuto Cellini. L'indigeno passa indifferente davanti a queste baracche e va invece a frugacchiare in quelle due o tre d'antico stampo, tra cui primeggia quella dell'ottimo Jandolo. È un vecchietto arzillo e bonario, che ha una botteguccia presso il Foro Traiano.

Don Procolo, un attempato arzillo, negoziante e proprietario, veniva a sera a trattenersi nella bottega, e quando c'era don Procolo accosto a Fortunata, seduto in mezzo ai fiori di organsino, in mezzo ai fasci d'erba artificiale, la mamma di Fortunata, dalla parte loro, chiudeva met

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