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Aggiornato: 4 maggio 2025


Vi si scorgono il tempio di Salomone, rappresentato con tutte le sue porte, le sue sale e i suoi altari, il Mar Rosso, l'arca santa, coi cherubini, gli abiti e la tiara sacerdotali, da cui traggono origine i costumi primitivi dei vescovi e dei papi; vasi, piatti, pale, cucchiai, bacili, padelle e sedili, finalmente tutti gli strumenti musicali, timballi, tamburi, arpe, cetre, flauti, le trombe del giubileo, cornamuse, cembali, finanche il sistro d'Iside egiziaca, che si osserva così di frequente nelle statue del Vaticano.

Quella linea fine e dolcissima della spiaggia che si prolunga per miglia e miglia e si perde poi nei vapori, quella sabbia morbida e scintillante, quelle onde che si frangono di continuo in quel mare che muta ad ogni istante aspetto e tinta, quel superbo capo di Circe, che emerge nel mare come un'isola e splende come un magico e grandioso zaffiro, quella lontana e piccola isola di Ponza, di cui le vette sorgono dalle onde quasi corolle di fiori, quelle cento piccole vele che vanno, vengono, compaiono, spariscono; quel canto melanconico dei pescatori, quel suono di flauti e di arpe, tutto ciò fa che se al di fuori rintronasse il mondo intero del rombo del cannone, dello scoppio delle granate, qui non giungerebbe l'eco più lieve.

Uzunhasan ricevette il veneto ambasciatore, circondato dai grandi del suo regno, e mentre varii cantori facevano sentire dolci concenti, al suono di arpe, liuti, cembali e pive. Il giorno dopo mandò al Barbaro due vesti, uno sciallo di seta, una pezza di bambagio da mettere in capo, e ducati 20.

Il selciato è più che napoletano, svaccato. Il cocchiere accanito sradica fuor dai binari il cavallo, sturacciolando la carrozzella che balza come un fa bemol fuori dalle righe musicali. Arpeggio violento strappato nelle corde tese delle strade notturne, molli di languore erotico, arpe coricate degli abbandoni carnali.

«È il tramonto-direttore d'orchestra, che con un gesto ampio raccoglie i flauti sparsi degli uccelli negli alberi, e le arpe lamentevoli degli insetti, e lo scricchiolìo dei rami, e lo stridìo delle pietre.

19 A quella mensa citare, arpe e lire, e diversi altri dilettevol suoni faceano intorno l'aria tintinire d'armonia dolce e di concenti buoni. Non vi mancava chie, cantando, dire d'amor sapesse gaudi e passioni, o con invenzioni e poesie rappresentasse grate fantasie.

La Elisa aveva tra le altre cose una voce che agiva voluttuosamente sulla corda sensibile dell'udito. Nessuno ha mai ascoltato le arpe eolie, ma chi ha sentita la voce di Elisa Martelli, giura che non la cambierebbe con quella di un'arpa eolia. E il sorriso?

E su per merli e for de gli balconi, quei di diamante e questi di cristallo, mill'altri con diversi canti e suoni muoveno d'altri tanti un lieto ballo: arpe, laúti, citere, lironi, senza mai farvi punto d'intervallo, addolciscon le orecchie d'uditori al nome c'hanno impresso dentro i cuori: al dolce nome sovra ogni altro grato, nome amoroso, nome aureo e soave, nome del mio Iesú forte, sacrato, nome di grazie ponderoso e grave!

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