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Aggiornato: 9 giugno 2025


Tutt'in giro erano fabbriche, con archi, colonne e porticali, ove potere i negozianti ripararsi dal mal tempo, e donde si aveva accesso alle varie magistrature. Quivi, attigua al palazzo della Ragione, avea casa il podest

Appena entrati, si alzano gli occhi agli altissimi archi acuti delle vôlte, poi si girano sul popolo di statue che ne circonda. L

A sinistra s'incontra lo stabilimento idroterapico di Cossilla, un bianco fabbricato tutto ad archi acuti soprapposti, elegante, tale che l'immaginazione dentro ci gioca, cercando l'insidia degli sprazzi d'acqua, e, forse più, degli sprazzi di luce de' begli occhi.

Ivi è il portico di Ottavia. Rovinati e cadenti, i suoi grandi archi, i suoi pilastri si drizzano sempre a lato del Ghetto. E' di l

Aveva in origine due campanili, ma ora ne rimane in piedi uno solo che forse non fu mai finito ed è mezzo rovinato. Le finestre sono ad archi romani. Una facciata assai irregolare, con tre porte di architettura gotica, produce una strana impressione, perchè nella porta di mezzo si apre una finestra circolare che non va affatto d'accordo col resto dell'edificio.

Quei selvaggi erano fieri ed intrepidi; ma non diedero molestia agli uomini bianchi; ai quali anzi vendettero due archi, che essi desideravano portare come esemplari in Ispagna.

Altri diplomi dati di Melfi il 12 marzo duodecima Ind. provvedeano 300 archi d'osso pei Saraceni militanti nell'esercito, 290 cavalli per gli arcieri saraceni, 200 spalleria, suprapunta, cocceros, et faretras pei medesimi; reg. 1283, A, fog. 43 e 44: ed ivi a fog. 44 a t. altri diplomi del 20, 21 e 23 marzo per armi e cavalli di altri 170 arcieri saraceni di Lucera.

Quel giorno Spinello si arrischiò a tornare sulla terrazza, ove da una settimana non aveva più posto piede. Monna Ghita non si vedeva al balcone, ed egli si trovò meno impacciato. La corrente del fiume scendeva gorgogliando di sotto gli archi del Ponte Vecchio, ed egli stette ad osservar la corrente. Così la vita; pensò tornando al monologo; poi si finisce nel gran mare dell'essere.

Una cosa io posso dirvi di certa scienza, ed è questa: che Spinello, non sapendo nulla di tante chiacchiere fatte sopra la sua tavola, passava sempre le sue serate sotto gli archi della terrazza, donde intravvedeva la fanciulla, sempre seduta accanto al balcone e intenta a lavorare di cucito.

Mille minacce allor, mille rivolte Son piaghe incontro al gran guerrier, ma vane Molte ne fa l'elmo divino, molte Lo scudo invitto a le percosse umane, Molte da gli archi e da la mira tolte L'Angel faceva indi volar lontane, Molte non manco che per l'aria scerne Con destri salti il cavalier ne scherne.

Parola Del Giorno

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