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Aggiornato: 3 giugno 2025
Mi sono annoiato del mondo; soleva dire il priore, quando gli chiedevano il perchè della sua ritirata al deserto; non ci avevo da far nulla di utile; ho fatte le valigie ed eccomi qua. Ancora giovane, voi dite. O che? avrei dovuto aspettare ad aprir gli occhi da vecchio? E non sarebbe meglio che l'esperienza venisse all'uomo dieci o vent'anni prima del termine usuale?
dinanzi a noi pareva si` verace quivi intagliato in un atto soave, che non sembiava imagine che tace. Giurato si saria ch'el dicesse 'Ave!; perche' iv'era imaginata quella ch'ad aprir l'alto amor volse la chiave; e avea in atto impressa esta favella 'Ecce ancilla Dei', propriamente come figura in cera si suggella.
Ego absolvo te a peccatis tuis, biascicò il prete con un crocione, mentre pensava: alzerò la mia casa.... pagherò quel maledetto debito a don Francesco finalmente! Poi andò ad aprir l'uscio, e fece entrare i parenti, e il marito che si faceva brutto per cercar di piangere.
ARTEMISIA. Fosti tu dove è Guglielmo mio padre? GUGLIELMO. Dove è dunque tuo padre? ARTEMISIA. È morto e sotto l'onde sommerso. GUGLIELMO. Quel morto e sommerso son io! ARTEMISIA. Ben, io non tratto con morti e con sommersi. GUGLIELMO. Aprimi, figlia cara! ARTEMISIA. Aprir io? me ne guarderò molto bene: sento tutta incapricciarmi. GUGLIELMO. E di che?
Sudate, faticate, cretini minchioni! ed il prete vi aprir
La signora Teresa era rimasta immobile con gli occhi fissi al suolo; due grosse lagrime, le prime che Fortunata le vedesse spargere, le rigavano le gote. Alla fine si scosse, sospirò due volte: Povera Venezia! Povera Venezia! disse alla sua compagna: Spicciamoci, a casa ci aspetteranno; e s'avviò. Fortunata la seguì senza aprir bocca.
Aspettò rodendo l'aglio tutto quel dopo desinare, e parte della sera; e quando vide arrivare allegramente Uncecchinamici¹, il can bracco, segno certo che il marito era nella strada, corse nella sua camera. Guardò dolorosamente il bimbo che dormiva, con una manina sotto la guancia, e con le labbruzza appena socchiuse, poi si mise ad aprir casse e far fagotti.
A quindici anni il futuro milionario diventava commesso in un piccolo negozio in cui doveva fare di tutto: servire gli avventori, badare ai conti, spolverare e scopare il locale. Il suo lavoro cominciava alle sei del mattino e finiva alle dieci di sera. Siccome però aveva una grande passione per la matematica, si alzava alle tre e studiava fino all'ora di aprir bottega.
Il guardaportone, senza aprir bocca, brandi la mazza con gesto da re di corona e accennò al Rosati il phaéton attaccato che aspettava il principe, e quindi riposò in terra la mazza e riprese a guardare con occhio sprezzante la gente che passava a piedi.
FILOCRATE. Va', fratello, a la tua via: se pur non vuoi venire di compagnia a visitare il corpo del baron di Galizia. PILASTRINO. Oh spennacchiato! Chi vuol venire a venderci cristei! Di', malandrino! E che non t'ha voluto aprir la porta, a quel che t'è incontrato cosí brutto accidente? Oh! Sta'! Sí, sí. Or mi ricordo: l'ha giá rotta seco. Non li vòlse rispondere.
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