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Aggiornato: 11 giugno 2025


Roberto Montefranco, per solito, non pensava molto: non ne aveva il tempo. La giornata gli fuggiva fra la colazione, la passeggiata a cavallo, le visite ed il pranzo; la sera scorreva dolcissima presso Lulù, la sua fidanzata. Poi ci erano gli affari spiccioli da sbrigare, qualche appuntamento con l'avvocato, qualche contratto da firmare, qualche debituccio vecchio da soddisfare; aggiungete i preparativi della casa e del viaggio nuziale. Appena appena se gli rimaneva una mezz'ora per leggere e un quarto d'ora per isprecarlo alla porta del caffè. Così non lo si vedeva mai assorto in riflessioni profonde, si sapeva che egli si fosse mai occupato a risolvere qualche problema sociale: perchè, del resto, Roberto non aveva nulla di tragico o di eroico nel carattere. Anzi godeva di una serenit

Ho dato appuntamento qui a una bellissima signora che vuol essere commossa prima di tradire il marito. Ha tante furberie il cuore umano!... Mi rincresce che ella sia in ritardo. Volevo farmi sorprendere ginocchioni davanti a questo monumentino.... Fammi il piacere di allontanarti col tuo amico.... Eccola soggiunse, indicandomi una signora vestita a bruno che s'inoltrava pel viale.

Nella beccaruola posi un fogliettino, colla scritta: «Datemi un appuntamento, domani, Domenica, io sarò presso la porta della Chiesa. Pregate vostra sorella Teodora, ad aiutarvi, in caso, per la consegna della risposta. Speriamo che il Barometro sia sul bello». Cinzia tanto vivace, correva spesso pel giardino, e naturalmente fu la prima a raccogliere la gabbiola.

Una o due volte, la interrogò: Che avete? Nulla ella diceva, chinando gli occhi, mordendosi lievemente il labbro, come quando non pronunziava la parola che voleva pronunciare. Egli credette che Clara gli nascondesse un fatto dispiacevole, forse una lettera dell'uomo che l'aveva abbandonata, o il suo ritorno, forse. Diventò più freddo, più riservato. Mancò a un appuntamento.

Hai ragione... ma ho voluto dirti subito tutto questo, per guadagnarmi il tuo appoggio... Dovresti esser meco tanto buono da presentarmi questa sera, qui stesso... Impossibile! esclamò Emilio secco secco. Debbo andare subito per una certa faccenda che non posso trascurare. Allora, quando? Mah!... ci vedremo, ci parleremo. Dove ci vedremo? Diamoci un appuntamento domani.

Alle due il trasalto feroce. Egli veniva. O amore, o amore, o amore! Dalle due, alle tre, alle sette, a mezzanotte, egli non venne. Non venne più, non venne. Lei fredda nella sua follia, automaticamente, prendendosi la testa fra le mani per poter pensare, diventata di sasso, gli scrisse queste parole: "Si manca al primo appuntamento solo per la morte".

Io poi non ho debiti altro, entrava a dire un terzo; e se volessi dire che mio padre mi dia scarso appuntamento, direi quello che non è. E mio zio mi vuol pure un gran bene, ed ha un poderetto qui fuori a tre miglia, con prati a marcita che rendono una bella sommetta. E non è tutto; il padre di mia madre mi ha promesso la sua casetta col cavalcavia a San Prospero, purchè mi faccia addottorar presto e diventi un gran sapiente; ciò che tanto desidera mio padre e lo zio, e mia madre anche. E cosa che fa poc'onore, e può anch'essere una fatalit

Ebbene, vogliano fissarmi un appuntamento per questa sera, e avrò l'onore di presentarli. Il luogotenente prese dal suo taccuino un biglietto di visita e ci scrisse con la matita poche parole accanto al suo nome. Eccole il nostro recapito; disse, porgendo il biglietto al conte Gino. Alle sei, se Le pare. Anche alle cinque; rispose Gino.

Trafelato, trepidante, arrivo al cancello piccolo... è aperto! Oh! buona Cinzia, mi ha aspettato, sclamai! Vado sotto il pergolato. Cinzia non v'è. Sovra un sedile di pietra, sta un vigliettino che diceaDi solito quando un appuntamento preme, si viene prima e non dopo. Così o diletto amico, ho finito il mio tentato quarto idillio.

Ero un po' in cimberli, iersera, e questa mane non son venuto a capo di ricordarmi dove diamine vi avessi dato appuntamento. Anche voi? disse Michele. Dovevate esser proprio più fradicio di me, poichè io non ho dimenticato le due dopo il mezzodì, il primo pilastro dei portici del Teatro. Ah, per Diana!

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