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Nel celebre patto di Roma, del Congresso del maggio 1890, fu elaborato da Cavallotti e approvato dai convenuti un vasto programma di riforme immediate da propugnare: delle quali poi talune furono abbandonate, altre ebbero sanzione legislativa, altre, infine, e le più essenziali, rimangono come programma di domani.

Nel breviario Romano approvato dal Concìlio di Trento a pagina 498 sez. IV. Notturno II. (edizione di Venezia anno 1740) esiste una lettera di S. Domenico di Guzman, patrono di Torquemada e di Arbuez, diretta a Papa Onorio III, nella quale, con un cinismo spaventevole, con una crudelt

Poi mise sul tavolo un biglietto da mille e una cambiale che il Marliani firmò. Furono fatte poche parole. Quando anche l'atto fu approvato e sottoscritto colla più grande seriet

Il danaro indispensabile per la mobilizzazione del corpo fu raccolto dall'Associazione nazionale italiana alla quale io presiedo; e il cui programma ripubblicato da più giornali d'Italia e approvato dalla vostra censura, non espresse altro simbolo fuorchè l'indipendenza e l'unificazione d'Italia. Dall'Associazione escirono i capi della legione e le norme regolatrici della mossa.

La Giulia replicò, ma non ebbe miglior fortuna, e invece fu approvato all'unanimit

Ma come?... Era forse il manifesto che avevano tanto discusso e finalmente approvato tutti insieme, nella sala del ristorante Canetta?... Tutti insieme, meno il Toddo-Bertù e il Santa Trinita, ai quali Cantasirena aveva scritto, poi telegrafato a Roma per avere l'adesione e la firma. Ma come? Erano stati burlati, mistificati, ingannati!

Approvato; esclamò il Pipélé colla sua solita bonomia. Gi

Io so' fottuto... Dice, sete 'na massa de canaja, E annate a morì, tutti d'accidente. E sur parco ce ne disse tante Che manco la vergogna de la gente! Che si uno de queli giovenotti Che faceva co' me da commannante Nun me regge, l'abbotto de cazzotti. Come vedono, qui, cari signori, Non si tratta di dire ch'è un inganno, Qui si vende ir rimedio d'un malanno Approvato dai celebri dottori.

Che gran furbo quel tartaglione! aveva trovato il modo di serbar la pancia a' fichi senza che avesse a risentirsene il borsellino. E il Marchese che lo conosceva, represse un sorriso, e guardò i due colleghi. Avendo costoro approvato con un cenno del capo, accettò la proposta di Mamola. Subito dopo si fece l'esame degli strumenti portati dai Cercarsi.

Spiegò il suo progetto che fu approvato dal conte. Erano tornati in apparenza calmi e quando si separarono si strinsero da buoni amici, la mano. Ma il conte rimasto solo, cadde annichilito sul divano e celando il volto in un guanciale di seta, in un parossismo d'ira impotente, pianse come un fanciullo. Il Genio del male.