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Aggiornato: 8 maggio 2025
Questi esempii non fanno punto al caso, dacchè altro sia inventare, ed altro imitare; e poteva darsi benissimo che cotesto supplizio, trovato dai sacerdoti cristiani, dai principi secolari venisse adottato: però se l'Artaud non ha ragione, mercè gli esempii suoi egli si appone al vero, e degli esempii avrebbe giovato meglio, a sostenere il suo assunto, quello che si legge nel libro VII della Guerra Giudaica di GIUSEPPE FLAVIO. Catullo, governatore della Libia Pentapolitana, trae partito da una sedizione di ebrei fuggita da Gerusalemme, per accusare gli ebrei più ricchi di Cirene.
Parve finalmente a Leone II Papa avere la Chiesa romana acquistato tanto di potenza da palesarsi intera, e dire: voglio e posso regnare sola. Regnava a Costantinopoli Leone Isaurico rude montanaro a cui saltò nel cervello la bizza di movere guerra alle immagini: a quanto sembra, eccetto questa fantasia, altra causa del suo odio non la possiamo rinvenire; ma così siamo avvezzi a conoscere complesse le cause delle azioni umane, chè nè ad una sola, nè alla più semplice crediamo, anzi quanto più apparente, screduta; tuttavia il senso di religione agita profondo le menti umane quanto più barbare, e l'Isaurico allevato per le montagne, usando co' monsulmani, e co' giudei potè ottimamente concepire odio immortale contro le immagini, le quali che altro sono mai tranne infelici segni d'idolatria così dallo antico come dal nuovo testamento detestati e reietti? Manuzio Felice cristiano del terzo secolo, il quale viveva in Roma ai tempi di Caracalla, dettò un dialogo in difesa della religione cristiana dove introduce a favellare due amici suoi, Ottavio Gennaio convertito alla fede di Cristo, e Cecilio Natale rimasto pagano; tra le altre accuse, che questi appone ai cristiani vi ha che essi si celano, aborrono mostrarsi, non possiedono altari, non tempi, non immagini. Ai quali appunti Cecilio risponde: che tempii? Che altari? Che sacrifici? Che immagini? L'uomo è immagine sincera di Dio; suo tempio il mondo; la vita pura ed i costumi santi il vero sacrifizio; e tale era la sentenza di Origene poco dopo di lui, e innanzi a lui la professò Clemente di Alessandria . Se vuoi autorit
La morte, è vero, io temo: eppur la bramo; e sospiroso il guardo a te, maestro del morire, io volgo. SENECA Deh!... pensa... Il cor mi squarci... Oimè!... OTTAV. Sottrarmi il puoi tu solo; dalla infamia almeno... L'infamia! or vedi, onde a me vien: Poppea bassi amori mi appone. SENECA Oh degna sposa di Neron fero!
No, no: voi sareste una vittima di più, nè torreste lo agnello di bocca al lupo. L'amore tornò infesto alla infelice fanciulla del pari che l'odio. Il popolo le appone la strage paterna per darle una corona di gloria, il Papa gliel'appone per rapirle la sua sostanza... Ardua cosa (e si batteva la fronte tutto angoscioso) ardua cosa in verit
Giornate nere. Avvilimento, rabbia compressa, digrignare di aguzzi denti. Il leoncello graffia e morde le sbarre del suo gabbione. Sogna, invelenito, chi sa quali altre fughe, quali altri più fortunati travestimenti. Pur di combattere!... Ad un piccolo ritratto, nel quale egli appare con la divisa di fante per così breve tempo portata, appone queste parole di dedica al padre, e non sa quale tremenda profezia vi racchiuda: «Ricordo di una impresa che la seconda volta non fallir
Baroni, ecco la storia che io contai a Melfi, soggiunse l'abate di Cluny, Cuno non morì. Roberto Guiscardo subito dopo sposò Alberada. Innocente come era ed angosciata per doversi separare dal padre, la santa fanciulla quasi invita lo seguitò all'altare. Questa memoria, udendo il mio racconto, allucina Roberto, che appone ad amore per altrui il pietoso stato dell'animo di colei, la quale avrebbe tolto anzi morire che dipartirsi dal padre suo. Alberada fu ripudiata. Decidete or voi, monsignore, se la verit
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