Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 21 maggio 2025
Questo trionfo gli era costato un tesoro di sapienza e di perseveranza; fortunatamente, per un filosofo materialista la parola apostasia non ha significato, perchè altrimenti Agenore non avrebbe saputo come legittimare la falsa credulit
Ma se la Tarabotti era monaca, l’Aprosio era frate, e come tale sentiva imperioso il bisogno di non darsi per vinto; ond’è che rivedendo a mano a mano le bozze le quali la Tarabotti mandava a correggere al Pighetti, gongolando e zitto zitto egli preparava una difesa del Buoninsegni che abbattesse l’oltracotanza della suora. Compose, consapevole il Pighetti, La maschera scoperta; ma presto dovette apprendere per essa che se il resistere alle donne è impresa difficile, è tempo perduto prendersela con le monache. La maschera scoperta, quando fu sbrigata dal revisore per il Sant’Uffizio, passò a Luigi Quirini, segretario dello studio di Padova; e questi, prima di dar l’ultimo permesso di pubblicazione, la diede a leggere a quella buona lana del frate Girolamo Brusoni, allora in carcere per colpa di apostasia: né il Brusoni si distrasse solo con la lettura del manoscritto, ma ne prese copia, e uscito di prigione pochi dí dopo, corse a cederla, o, se è vero quel che dice l’Aprosio, a venderla alla Tarabotti,
Quella incredibile apostasia trovò un mondo di commentatori e di detrattori. Chi la scusava erano i nuovi amici della giubba voltata. "Imparino i signori democratici dicevano essi a trattare come trattano i loro uomini di merito!" Ma tutta la gente onesta e senza ambizioni politiche provò per quel traditore uno sterminato disprezzo.
Questo Ghibellino arrabbiato aveva in parte ragione, perchè due giorni dopo tal dialogo giungeva al villaggio mio zio, e l'arrivo del canonico riconducendomi a visitare il parroco mi gettava nuovamente nelle braccia dei Guelfi, capitanati dall'arcivescovo Giovanni. Uguccione sghignazzava co' suoi amici sulla mia apostasia.... egli aveva perduto il suo pollo.
Certo, pei Cristiani del secolo quarto, la quistione si complicava e diventava più grave per la circostanza che i libri che Giuliano voleva togliere loro di mano, erano i soli testi di cui si servisse l’insegnamento. Il mondo antico non conosceva la scienza, nel senso moderno della parola. L’insegnamento, nelle scuole, si riduceva alla retorica, con la quale non si imparava che a diventar oratore, ad adoperare quelle forme letterarie di cui il pensiero, sia politico, sia giuridico, sia religioso doveva vestirsi per essere accolto e compreso. Quest’arte non si acquistava che sugli esempi della letteratura antica, per cui l’impedirne l’uso ai maestri cristiani era propriamente un escluderli, in modo assoluto, dal pubblico insegnamento. E, infatti, dei maestri che avevano grande fama, Proeresio ad Atene e Simpliciano a Roma, non volendo piegarsi a nessun atto di apostasia, avevano dovuto abbandonare del tutto la scuola. Ora è certo che Giuliano doveva esser ben lieto di questa circostanza, che gli dava il mezzo di raggiungere lo scopo d’imbarbarire il Cristianesimo. Era un caso fortunato per lui, e del quale egli aveva il diritto di usare, come di un’arma di buona guerra, che dal principio di probit
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca